Rassegna storica del Risorgimento
LAMBERTI GIUSEPPE
anno
<
1917
>
pagina
<
298
>
j Campanini
gi mento e mezzo di truppa papalina, tutta devota alla causa liberale. Vari combattenti furono Feriti, ma forse il nemico ne contò un numero maggiore. Fra costoro un ufficiale, che aveva preso per la briglia il cavallo del bravo, reggiano Raimondi, tenente di gendarmeria, e che fu da questo ferito al petto da una puntata di sciabola .
Ai 15 di marzo a Ri mini, dichiara lo Zucchi, io conducevo meco cinquemila uomini, e la pugna fu oltremodo gagliarda e prolungata per un'ora. L'esito favorevole, non ostante i pochi che combatterono, gli suggerì una profezia, che oggi, a tre lustri da un secolo, non si legge senza commozione ed orgoglio. Gli austriaci si trovarono costretti a indietreggiare, lasciando sul terreno molti morti e feriti. Questa opposizione fatta ad un nemico grosso e potentissimo, da giovani soldati, non usi alla guerra, rimase allora come una lontana speranza : che giorno verrebbe in cm gl'Italiani concordi saprebbero mostrare all'Europa che essi avevano tuttavia generoso e gagliardo sangue nelle vene per sfidare siH campi delle battaglie gli oppressori della loro grande patria .
Dalla partenza da Rimini le lettere del Belloli aggiungono preziosi particolari alle memorie dello Zucchi e alle note del Lamberti. Marciando tutto il giorno giunsero alla Cattolica verso mezzanotte; quivi, non trovando alcuno dei lavori di difesa già convenuti coir Ai -mandi, il generale fu costretto di proseguire verso Pesaro, dove rimasero poche ore.
La colonna pernottò a Fano e l'indomani giunse a Sinigaglia, Ivi lo Zucchi fu informato che Ancona, lungi dall'essere stata posta in ìstato di difesa, era ostile a noi e che anzi vi era l'ordine di disarmarci. TI generale comandò lo scioglimento della piccola armata, e impose di recarci l'indomani mattina in Ancona per deporvi le armi; il che ebbe luogo.
L'indomani mattina entrarono i tedeschi e la nostra armata sciolta si trovò frammista al nemico.
U generale si rifugiò con parte deli'uffizialità sopra un bastimento e parti, sperando sottrarsi all'inseguimento dei tedeschi, ma furono raggiunti da una nave da guerra e condotti prigionieri a Venezia. Un'altra barca potè partire da Ancona senza opposizione; era un cattivo trabaccolo, il San Giorgio, dove si rifugiarono 86 insorti, fra i quali io che scrivo, diretti alla volta di Marsiglia. Questa barca fu fatta prigioniera dal Governo napoletano, e non potè che a stento arrivare a destinazione, quasi due mesi dopo la sua partenza.
L'intervenzione della Francia principalmente salvò la vita ai prigionieri veneti ed anzi ne ottenne la libertà ad eccezione dello Zucchi , che, condannato a morte da un tribunale militare austriaco.