Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; TOSCANA ; CIRONI PIERO
anno <1940>   pagina <94>
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94 Libri a periodici
laboriosità, senza desiderio alcuno di chiasso intorno alla loro persona, come fu Michele Rosi. Ma egli era tranquillo. Gli bastavano il raccoglimento e lo studio, serio e spas­sionato, tanto che, nel silenzio e nella dedizione al dovere, egli esplicò la snn alta mis­sione: di richiamare i giovani, apertamente, schiettamente, senza enfasi, alle sublimi idealità dì virtù e di patria, come avevano insegnato i padri e gli avi, al di fuori ed al di sopra delle correnti e degli intrighi politici; di educarli ed elevarli ad un superamento degli obbligati schemi e quadri e riti di setto ed organizzazioni, clic, se potevano avere avuto una loro funzione e ragion d'essere, in un primo tempo, Io venivano esaurendo, completamente, nella caccia all'interesse e nella preoccupazione, quasi esclusiva, di una mutua assistenza e: co Ila bnxazione : di richiamarli, con l'esempio, con gli scritti, con tutta la sua òpera di educatore, ad una serena ed oggettiva valuta­zione di uomini e di eventi, non volendo menomamente defraudata la verità, anzi volendola ricollocata in alto onore e mettendo a di lei servizio le attività e le capacità delle nuove generazioni.
Vittorio Fiorini, Tommaso Casini, Ernesto Masi, seguendo gl'insegnamenti ed i moniti di un Maestro insigne come il Carducci, avevano avviato la critica storica, anche degli ultimi tempi, del combattuto campo del Risorgimento, per vie nuove, dettando e segnando orme veramente indelebili. La fioritura di studi che sorse e crebbe, sotto il loro impulso e dietro il loro esempio ed i loro insegnamenti, è quanto di meglio abbiamo, nella produzione storicoscientifica di quella fine dell'Ottecento e di quel primo ventennio del Novecento. Ma a me pare che Michele Rosi abbia fatto qualche cosa di più e di meglio. Egli ha suscitato tutto mi fervore nuovo, libero e sciolto da ogni eccessivo attaccamento a quel vecchio mondo, in ciò che aveva di men buono. Egli era fiero; guardava infaccia la verità; non la temeva; vi si avvicinava, fiducioso di ricavarne e di insegnare a ricavarne il bene. Non temeva la lotta ed i contrasti, non si preoccupava delle inimicizie, sapeva ondar diritto olla meta, alla quale chiamava, senza frastuono, i giovani, che lo seguivano, animosi e fidenti, sentendo che, sotto quell'aspetto quasi aspro e rude, era un cuore schietto e generoso; a poco a poco, imparando ad apprezzare in quell'insegnante, alieno dal procurarsi qualsiasi popolarità, un italiano ed un maestro, in cui si disposavano, meravigliosamente, la fierezza del carattere e la più alta probità.
Michele Rosi fu, certamente, tra i più benemeriti preparatori, nella Sapienza di Roma, delle generazioni che dovevano affrontare la guerra, plasmate e permeate da nn soffio di vita nuova; tra i più valorosi educatori, che dovevano far superare i tristi effetti della scuola positivista e del sistema liberaleggiante italiano; che dovevano tor­nare a far sentire la Patria, non come un motivo od un insieme di motivi retorici, ma come una realtà vivente, magari anche dolorante, sublime sempre, come l'avevano sen­tita, nel duro travaglio della formazione, le generazioni del Risorgimento. Michele Rosi era diverso dagli altri. Era un austero, franco, pensoso seminatore. Conosceva la dura opera; ad essa educava e cresceva; e vedeva nascerne gl'immancabili e benefici frutti.
Di tale lavoro, delle virtù dell'Uomo, dello scrittore, dello studioso, del maestro e dell'Italiano, alla sogna di quest'ultimo volume di un'opera del tutto insigne, parla, con amore quasi di figlio, con trasporto di scolaro e di ammiratore, Alberto M* Ghisalherti, non facile alla lode ed ai riconoscimenti. Ma qui ha fatto eccezione; ed ha 'fatto bene Doveva far cosi. Al di sopra dei difetti, che non potevano mancare, in questa nuova esplorazione, libera e spassionata, ch'Egli voleva ed inse­gnava; al di sopra delle mende, anche se numeroso, e, per certo, raramente imputabili al Maestro, sta lo spirito da Lui portato ed infuso, in tutto il suo lavoro; infuso e comunicato a chi lo avvicinava, a ehi aveva la fortuna di ascoltarlo, di lavorare con Lui e per Luì; quello spirito, ardito e spregiudicato, che sta alla base del tempo nuovo il quale, se anche ha faticato ad uscire dalle strette democratiche e liberali, col viatico somministrato da maestri eome il Rosi, ha potuto movere a Vittorio Veneto, alla conquista dell'Impero, alle fulgide pagine di stòria in Spagna, in Albania ed a quelle alle quali, ancora nuovamente, ei chiamerà il nostro fremente e portentoso destino.