Rassegna storica del Risorgimento
1849 ; TOSCANA ; CIRONI PIERO
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1940
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99
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Libri e periodici 99
sentina di corruzione, veicolo di calunnie e vituperi (tanto da nauseare l'Austria che lo soppresse, mandandone il direttore in un campo di internamento), le tresche di altri funghi periodici (quali il Popolo e La Bomba), il ir archeggiarsi più mode* rato de La Gazzetta di Trieste, i giornali dal 1917 in poi specie Scintili*, L'Eco del Litorale, lo sloveno Edinost, la wilsoniana Lega della Nazioni e l'amena Umana costituiscono lo sfondo sul quale il Gaeta ci fa rivivere i tempi, le persone, gli eventi ora tragici, ora burleschi, ora gravi, ora fatui.
Da queste pagine balza evidente come l'opinione pubblica triestina si agitasse all'unisono non soltanto in Trieste, ma ovunque vi erano triestini: nei campi d'internamento, nei carceri e sui fronti non solo d'Italia, ma pure dell'impero absburgico, dove gl'irredenti disertarono, sabotarono, disgregarono quanto e finché poterono. E si rivela altresì la leggerezza e l'imprudenza spesso della stampa regnicela, che fu in molti casi 1 involontaria causa di inasprimenti delle condizioni delle quali l'Austria teneva gli italiani. Motivo fondamentale di tutto il libro, scritto con competenza ed intelletto d amore, fusi in un'armonia intimamente suggestiva, è poi la profonda indiscutibile italianità di Trieste, che prorompe palese non solo dai documenti giornalistici d'ispirazione italiana, ma pure da. quelli austriacanti, i quali non potevano svincolarsi da certe cautele, da certa forma, da certe pregiudiziali che denotano chiaramente la loro coscienza precisa di rivolgersi ad un popolo volitivamente irredento.
Questo libro di Giuliano Gaeta, maturato da ricordi personali ed ambientali, da ricerche e consultazioni di oltre undicimila numeri di giornale, sì legge d'un fiato, per lo stile facile ed attraente con cui è scritto e per il suo contenuto palpitante d'interesse nazionale storico ed attuale: specie per noi fascisti che sentiamo impellente nella nostra missione imperiale il retaggio incompiuto del Risorgimento d'Italia.
FEDERICO AUGUSTO PERINI
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GIULIANO GAETA, La fine della dominazione austriaca nella Venezia Giulia ed a Zara; Ediz. de La Porta Orientale, Trieste, 1938-XVII, pp. 88, 6 Al. f. t. L. 6.
Siamo perfettamente d'accordo col Gaeta che ritiene essere l'irredentismo un fatto di natura anzitutto spirituale, da considerarsi quindi unitariamente sia per le popolazioni irredente che per quelle in grembo alla nazione madre, date le continue interferenze ed influenze tra le une e le altre. Senonchè è altrettanto vero che nelle manifestazioni esteriori e contìngenti l'irredentismo ha operato ed opera in modo molto diverso, a seconda degli uomini, degli eventi, delle circostanze del momento. Si comprende da ciò quale vivo interesse desti l'approfondimento del tema che l'A. si è imposto-, anche se limitato all'esame degli avvenimenti svoltisi nei giorni del crollo dell'impero, nelle cinque pia importanti città delle regioni considerate: Trieste, Pola, Gorizia, Zara e per quanto la sua storia travagliata non siasi fermata al 1918 Fiume.. Naturalmente altre cittadine ed anche centri demograficamente assai modesti meriterebbero un esame del genere eseguito con coscienziosa obbiettività, come il Gaeta ci mostra di saper fare in questo libro.
Analogamente che per la sua opera precedente Trieste durante la guerra mondiale, PÀ. conduce lo trattazione secondo U metodo storico-giornalistico, ohe in verità appare il più adatto* essendo proprio l'opinione pubblica il fattore essenziale del fenomeno irredentistico. In queste pagine ci passano innanzi persone, date, avvenimenti noti ed indelebili nella nostra memoria, insieme ad altri quasi oramai ignorati ed altri' ancora inediti, ma non meno interessanti* E si documenta in pari tempo quale tattica lungi' mirante, fino dallo scorcio della guerra mondiale, abbia impiegato la propaganda alava, ai nostri danni, in funzione dell'incipiente stato-mosaico numero 2.
Donde l'importanza di queste pagine è accresciuta dalla loro utilità per la nostra esperienza polìtica. FEDERICO AUGUSTO PERINI