Rassegna storica del Risorgimento

1799 ; UNIVERSIT? ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; PERUGIA
anno <1940>   pagina <974>
immagine non disponibile

974 Raffaele Belforti
lettere e le armi. Quando non ai teme la spada d'una nazione, se ne snoie disprezzare anche la penna. Riguardo all'Università, il Mariotti rammenta con compiacenza quel giorno in cui, con altri concittadini, parlando in Foligno col generale Berthier, appena gli ebbe ricordato il nostro Ginnasio, per raccomandarglielo, egli, manifestando il suo vivo interesse per quest'istituto, non solo promise di aintarlo, ma con regolare diploma si obbligò a favorirlo. E aggiunge: sensi questi veramente propri di un'anima grande, e degna di entrare pochi giorni dopo in Roma, per piantare nel Campidoglio la bandiera della democrazia. Tra le cure del Mariotti fu sempre primissima la sollecitudine per le sorti del patrio Ateneo. La sua così pronta ed entusiastica accettazione della riforma, nel testo venuto da Roma (che potrebbe anche aver accolto molto dei progetti suoi) è una rapida ed accorta mossa per salvare istituti, che il perdurare più. oltre, sulle tradizionali posizioni, avrebbe messo in pericolo? Cosi si dirà in appresso.
L'Università degli Studi, l'Accademia del Disegno, e i Collegi delle Sapienze, furono tutti questi stimabilissimi pubblici istituti conservati nell'epoca fatalissùna del 1798, per opera efficacissima del Mariotti, che ne seppe procurare la riforma. *)
Quando poi è incarcerato e sottoposto a giudizio, nell'autodifesa egli giustifica in tal modo il proprio atteggiamento:
Non è mancato ancora qualche scrupoloso ascetico, di mostrarsi scandaliz­zato per avere io lodato il nuovo piano degli studj per la nostra Università pro­posto dal Ministro dell'Interno, quando in questo piano non si vede fissata nel
1) Lo scrive V. CHERUBINI, che fu segretario particolare del Mariotti, in sue Noie al ritratto di A. M. riprodotto a stampa, accompagnato da un sonetto biografico, nel 1843. Il Cherubini vi annunciava un Opuscolo di Aneddoti risguardanti la Vita Curile e Polìtica del M,t che sarebbe stato intéressantissimo a chiarire le pubbliche vicende di cui quegli si trovò partecipe; però non risulta che da mai venuto in lucei
Mette conto di vedere come qualche difensore, pur sinceramente affezionato al nostro Mariotti, per giustificare la sua condotta repubblicana, finisca per presentarlo pieghevole di carattere, e quasi quasi un opportunista. Cosi nell'Elogio che ADAMO MOSCONI, un parroco letterato che a quei tempi fece un po' di rumore, ne pronunciò in solenni onoranze funebri fattegli al Piegare : Si condanna Mariotti, e per qua! delitto? perchè fu costretto di ubbidire alla forza. Ma e il timore non è una delle forze motrici ne* diversi governi? Non è questo l'unico principio di azione in tutti i corpi civili? Se dunque il Mariotti esercitò quelle funzioni, che esigeva la confidenza e la buona fede delle leggi, nella diversità delle politiche, circostanze, ubbidì a quella forza sotto della quale ogni cittadino doveva chinar la fronte. E perchè godeva del prezioso diritto di passare i suoi giorni nella sua patria, di viver sotto quel cielo che lo aveva veduto nascere, non potè esentarsi dal comando, avendo in mira di sempre occuparsi in bene di quella società, della quale nascendo era divenuto una parte. La corica fu per lui un titolo di dipendenza, non d'impero. In simili circostanze non cangiò punto le sue qualità perso­nali. TfommìTift il sistema del minor male, non rare volte troppo caro alla prudenza).
UElogio è a stampa, senza note tipografiche.