Rassegna storica del Risorgimento

1799 ; UNIVERSIT? ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; PERUGIA
anno <1940>   pagina <975>
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La riforma repubblicana dell* Università, ecc. 975
Ginnasio veruna Cattedra di teologia, od altra materia spettante agli studi acri. Ma chi rimase di ciò stupito, sarà rimasto scandalizzato ugualmente, di tutta i più celebri Licei d'Italia, ne* quali per più secoli non s'insegnarono queste materie, e non furono in essi ammesse prima della metà del XV secolo, essendosi voluto fino a quel tempo che si fatte Scuole si tenessero ristrette fra i chiostri degli ordini religiosi e tra le canoniche delle cattedrali. Non ignoro che il Sacro Concilio di Trento ordino che anche ne* Ginnasi pubblici vi fosse una cattedra di teologia; ma so ancora che lo stesso Concilio stabili che questa ancor s'insegnasse in tutti i chiostri de* religiosi Essendosi questi moltiplicati anche dopo quel Concilio, furono perciò anche moltipli­cate le Cattedre degli studi sacri. Che mal dunque sarà se per riflessi economici e poli* tici nel pubblico Ginnasio non si ha questa Cattedra? Non si vuol già distruggere questo Studio, ma si vuol concorrere a sostener la gloria degli ordini religiosi restringendone a questi il magistero, riserbandone ad essi quella gloria per cui divenner si famosi* Gli studi umani son quelli che ha per oggetto il nuovo piano, e fra questi alcuni comec­ché giovevoli all'avanzamento delle cognizioni umane, si son per altro trascurati fìn'ora per più ragioni nel nostro Liceo, e forse ancor per quella avvertita da Plinio il Giovane {Orane studium paulo libcrius, et erectius perìcolosum servilus fccit. Epist., Lib. Ili, Ep. V). Chi poi troverà strano che lo studio teologico, come volgarmente è inteso, non piacesse al Franceschi, dopo che anche un dotto prelato di S. Chiesa, in questi ultimi tempi si dichiarò che a lui nemmeno piaceva? (RABBONÌ, Vitae Italorum Doct. Excell.). Così poi crederà disdicevole che sul fine del XV III secolo, per un Liceo di studj da un Governo repubblicano si fissi un ruolo di Cattedre diverso da quello che si fissò da una Congregazione di ecclesiastici poco meno che due secoli fa; e che si dieno nomi diversi dagli antichi a vari rami di scienza, dopo che nel corso di quasi due secoli si è poco meno che cangiato affatto il sistema delle scientifiche cognizioni? È quasi un secolo che un uomo dottissimo da Roma dolevasi del metodo degli studi che allora tenevasi (GRAVINA, In orationibus Romae habitis). E chi sa, di qualche baccalare che crede d'in­tender tutto e di veder chiaro in certe astruse materie, superiori all'intendimento umano, e che disprezza tutto ciò che intorno a queste materie si dice da' moderni, non si potesse replicare con Orazio, che il suo sapere si restringe alla sola pretensione di sapere.
Ma le intenzioni del Franceschi erano ben diversamente pugnaci, di qnanto dichiarerebbe di averle ritenute il Marietti. Si trattava d'altro che di restituire agli ordini religiosi l'insegnamento teologico per rin­novarne la gloria; o di cambiare il semplice nome alle scienze. Necessità polemica di difesa forzava l'accusato a rivestirsi di così poco credibile ingenuità, propria; o di fare calcolo, un po' troppo azzardato, su quella altrui.
Anche nella questione universitaria era però il bisogno d'un rin­novamento ad ogni costo, dei troppo invecchiati ordinamenti di studi, che era stato vivacemente sentito dal Mariotti; né da lui soltanto. Nel successivo Piano per il riaprimenlo dell'Università di Perugia sottopo­sto il 3 novembre 1799 al Vescovo dai Reggenti la Città, si invocano sollecite riforme di essa affinchè non si abbia ad avverare quello che