Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
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1940
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992
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992 Leocadia Datemi
noni con zelo franco e leale. Sempre fedelmente sommessi alle potestà un piò largo reggimento ci avrà pure soggetti e rispettosi alla legge, che è l'espressione formale dell'autorità e del potere sovrano, cardine della società; ci avrà cittadini divoti all'ordine delle cose, bramosi dell'onore della patria e dell*Italia, amici e fautori sinceri senza reticenze d'ogni libertà onesta, legale, applicabile giusta la retta ragione delle cose.
Ora è tempo di fare un appello di fiducia agli uomini probi, integri, che onorano tutti i partiti, e specialmente ai cattolici ragguardevoli per dottrina ed autorità. È giunto il tempo di invocare la loro azione pacifica, ma coraggiosa, risoluta, ma insieme prudente; azione disinteressata, legale, costante, di tutti i giorni e ditutte le ore per la salute della patria e per il consolidamento dell'ordine. Fidati in questo concorso generoso fisi gli occhi ai luminari d'ordine e di libertà indivisa da carità e da pace, ai Bal-mes, agli O'Connell, ai Montalembert, salve le varietà volute dalla differenza de* paesi, de' costumi e dei temperamenti nazionali, speriamo di fare alcun bene, come che consapevoli della tenuità delle nostre forze. Dovunque scorgeremo un interesse di libertà vera e di buon progresso consociato all'ordine e benedetto dalla Chiesa, a quello consacreremo tutte le nostre forze e saran rivolti tutti i nostri più. caldi voti.
Questa dichiarazione sottintendeva due tesi:
I. Ordine, religione, legalità, sono una necessità suprema, senza la quale non è possibile nessuna forma di libertà.
II. La libertà attuale è priva di ogni legalità e neppure è conciliabile con l'ordine o con la Chiesa.
Logica conseguenza doveva essere: la libertà attuale non è buona e condurrà allo sfacelo.
Durante tutte le sue pubblicazioni il Diario andò tessendo il panegirico, come dissero argutamente i suoi avversari, di un Ordine che non era Ordine sforzandosi inutilmente, col rivolgere il suo appello a gente d'ogni partito, di apparire imparziale. Esso si servi della parola Ordine come di un segnale di riconoscimento per distinguere i veri dai falsi liberali; la fece risuonare attraverso giornali italiani e esteri fino alla sazietà, la ripetè in mille modi, la riprese sotto le forme più. varie ma sempre in un unico, monotono ritornello. Contemporaneamente svolse la celebrazione della religione e della legalità cioè dei principi cattolici e della legittimità necessaria a qualsiasi potere costituito. Una volta proclamato il trinomio che formava la sua divisa affrontò la seconda tesi ed elencò anzitutto i vari momenti nei quali i liberali si erano mostrati sovvertitori dell'ordine; però non assali direttamente i liberali italiani, ma, ad imitazione della Voce della Verità che per difendere la causa legittimista aveva svolto coi DiaJoghetti di Monaldo Leopardi una campagna contro la Francia rivoluzionaria del 1830, rivolse i suoi strali al Governo francese sorto nel febbraio del 1818. Riportò infatti quasi in ogni numero e con una visione eccessivamente fosca gli echi dei giornali