Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1940>   pagina <994>
immagine non disponibile

994
Leocadia Dalzlni
volle mettere in guardia il clero del contado contro l'opera svolta da questo foglio e dai suoi insidiosi propagandisti per eccitare nei villici ostilità al nuovo ordine di cose.
Badino i parroci che il Diario di Modena che piove sugli altari della loro sagrestìa è arma insidiosissima per paralizzare gli spiriti nei principi della nostra rigenerazione e sull'esito delle nostre imprese. Ogni numero di quel foglio è una galleria di tutti i disordini d'eccezione, di tutti i piccoli cattivi successi della nostra causa e di tutti i fatti di dubbia natura che si racchiudono negli altri fogli, messi per formarne un mosaico di cattivo genere a servizio dei rugiadosi padri, che accovacciati nei loro covili attendono il trionfo della loro Chiesa Cattolica di cui è ora capo indivisibile il S. Padre Metternich.
Dopo pochi giorni, nel n. 10 del 25 aprile, il Sabbatini riprese la penna in favore del Gioberti, che il Diano nel n. 11 aveva rappresentato in un articolo dell' Univers come nemico della Chiesa e del Papa, e lanciò al Diario la medesima accusa di gesuitismo austriacante sotto una nuova forma nel gustoso articolo: Chi fosse il Padre del Padre Diario da Modena della Compagnia di Gesù, nel quale comparve per la prima volta l'epiteto di Padre col quale il Diario venne in seguito messo in canzonatura.
In difesa del Gioberti scese in campo anche Camillo Monzani che con un'ironia pungente così sfogò il suo sdegno per le arti birresche e gesuitiche che il Diario usava verso i più illibati campioni dell'italico risorgimento .
Al cessare del Foglio di Modena, il Diario si è preparato a sostenere la lotta con maniere meno brutali e apparentemente meno ribalde e dopo alcuni giorni di studio fatto dai chiarissimi compilatori sui gesuitizzanti francesi, usciva più allegro nell'aspetto, più svelto nella persona, meglio pettinato dai parrucchieri parigini, vestito al solito da gesuita, ma con la tunica un po' accorciata, coperto sempre del manto dell'ipocrisia, ma di una ipocrisia gentile.
Al Monzani volentieri accordò ospitalità la redazione àeWIndipen-denza Italiana, che anzi nel n. 10 del 28 aprile si associò al suo sdegno con queste parole:
Noi credevamo che il puzzo gesuitico dovesse scomparire dalla città colla partenza dei rugiadosi o farsi almeno dimenticare con un modesto silenzio. Ma signor no, ci ammorba tuttavia e coperto di maschera semiliberale. Siate più franco Padre Diario; dissepelli te l'imperterrito non commovebitur dei bei tempi antichi e allora, potrete se non altro gloriarvi di non aver giammai mentito ai vostri principi. Non vi assalga il timore di persecuzioni mostrandovi a viso scoperto. I liberali sono più generosi che i realisti.
Contro il Diario, YItalia Centrale insorse nuovamente per la pubbli­cazione che esso fece ai numeri 20 e 21 in data 29 maggio e 2 giugno, quando cioè la fusione del ducato al Piemonte era già stata decretata, di due proteste repubblicane per tale unione, delle quali una, in data