Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
anno
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1940
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pagina
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997
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/ giornali politici modenesi, ecc. 997
monarchico costituzionale e infine repubblicano, quando la tendenza monarchica divenuta albertista minacciò con la fusione al Piemonte Findipendenza del Bucato.
L'opera negativa con cui il giornale cercava di abbattere quanto i liberali andavano innalzando, preparava la ricostruzione di ciò che avevano distrutto, ma di questa ricostruzione gettò le fondamenta quando ancora l'idea liberale era nel pieno trionfo e non lasciava scorgere le incrinature dalle quali poi sarebbe stata rovinata. Quest'opera di preparazione e di avviamento potè apertamente manifestarsi negli ultimi giorni di luglio, quando la ritirata dell'armata piemontese lasciò prevedere prossima una restaurazione austriaca. La difesa dei duchisti allora nel n. 38 del 31 luglio così liberamente* fu espressa.
I Duchisti non sono nn partito. Può esservi effettivamente una classe di cittadini la quale stimi che la sua coscienza e il suo convincimento non le permettano di lanciarsi nel vortice delle nuove idee, ma questa classe non è organizzata in partito, non si raduna in congreghe notturne, non ha depositi di armi, non solleva il contado contro la città, non tende a sconfiggere l'attuale orarne delle cose. La sua coscienza è quella degli nomini onesti e cristiani, il suo convincimento si appoggia alle dottrine di una religione che ingiunge l'osservanza alle leggi ed il rispetto al potere regolatore della società. Alcuni casi isolati sono l'opera dell' individuo né di questi soli può inferirsene premeditazione ali1 intera classe; e probabilmente anche questi casi hanno origini particolari nelle svantaggiose posizioni in cui alcuno (e questo è inevitabile in qualunque gran mutamento) ha dovuto trovarsi dopo la recente organizzazione.
Questo panegirico dei duchisti insieme alla sfuriata contro i liberali che lo seguiva e che per un resto di gesuitica prudenza qua e là era mescolata di melate parole, suonò come un'autodifesa e neh" imminenza del ritorno del Duca servì a preparare il terreno a quelli che, di buona o cattiva voglia, adattandosi alle mutate condizioni lo avevano sostenuto. U regime rivoluzionario era stato come un sepolcro nel quale si era dovuti entrare per poi risorgere alla vita, giacché anche la nazione come ogni altra cosa non si rinnovella se non attraverso la dissoluzione. In tal senso il Diario aveva sempre considerato il periodo del Governo Provvisorio e di quello piemontese, tuttavia una sola volta al n, 33 e con le parole di Lamennais aveva osato esprimere questo concetto, ma, poi che col graziosissimo sovrano era rientrata nella città l'ordine e la quiete lasciava bene sperare dell'avvenire, diede chiaramente a conoscere la sua disapprovazione per quei giorni di agitazione e di prova tremenda e fattosi implacabile giudice del partito liberale sfogò in modo violento l'odio tanto a lungo compresso contro i suoi più illustri sostenitori