Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1940>   pagina <1003>
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I giornali politici modenesi, ecc. 1003
un sistema unitario per identità di scopo, federativo per diversità di uffici, una triade cioè composta dell'Italia alta, media e insulare, ma si oppose tanto a un regno costituzionale unitario, che non avrebbe potuto formare un insieme compatto e omogeneo, quanto ad ogni ulteriore separazione che disse sarebbe stata il funerale deW Indipendenza.
Accanto al Bosellini una posizione ben diversa tenne Achille Menotti, che certamente seppe elevarsi all'idea dell'Italia una se il 20 maggio, mentre Modena si apprestava a chiudere i registri di adesione al Piemonte, come se con la formazione del Regno dell'Italia Settentrio­nale vedesse svanire una speranza vagheggiata ma forse sino ad allora non chiaramente espressa, nel n. 19 deV Italia Centrale cosi esclamò: Questa è vero non è ancora la grande unità a cui si aspirava con Roma a capo, ma è stata ottenuta così in poco tempo!. Di lui disse il Bianchi che
mentre il Magarmi aveva cercato di trarre partito dalle sue gloriosissime sventure e dal suo riverito nome per dare impulso d'aumento alla propria milizia, usci in campo a combattere con l'opera della penna con squisito senno e animosa franchezza le dissolventi e impraticabili aspirazioni mazziniane.J)
Ora dagli articoli'che il Menotti pubblicò ai numeri 7,11,13,18,19,22, dell'Italia Centrale risulta sì che combattè la forma repubblicana, che giunse a relegare nel campo delle utopie politiche, ma lo fece non perchè disapprovasse tale reggimento, bensì perchè vide che era troppo delicato per comporsi coi frantumi di una nazionalità non ancora assodata e per esso gli Italiani non avevano ancora raggiunto una sufficiente preparazione morale e politica. Egli infine non potè sottrarsi completamente al fascino della para democrazia rappresentata allora dalla Francia e, se anche il bene della patria lo portò ad affermare la necessità di una monarchia, disse che la considerava non l'epilogo ma il primo atto del dramma politico del popolo italiano e lasciò intendere chiaramente che vagheggiava per il futuro un'Italia repubblicana; affermò infatti che con l'adesione al Piemonte subiva Pimperio delle circostanze e che il regime costituzionale non rappresentava che un lungo e faticoso tirocinio.
Se per desiderio di mantenere l'unione VItalia Centrale si sforzò di non vedere lo svolgimento diverso, ma pur sempre progressivo, delle varie correnti liberali, verso coloro che per risalire al passato ostacola­vano la rinascita politica d'Italia fu senza pietà. Tra i più ferocemente colpiti furono i Gesuiti, contro le cui trame mise in guardia dal primo
J) N. BIANCHI, op. cfo, II, cap. IX, p. 103.