Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
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1940
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1004 Lcacadla Dal zi ni
all'ultimo numero e il clero, particolarmente quello delle campagne* che, ora col denaro, gli scritti e i discorsi teneva viva tra i vìllici la speranza di una restaurazione e cercava di inimicarlo al nuovo ordine di cose, ora rimaneva completamente estraneo ai movimenti politici e con l'arma insidiosissima del silenzio non meno che con la parola comprometteva la causa italiana. Le accuse e i rimproveri che essa mosse frequentemente contro i parroci del contado e insieme l'invito a uscire dalla loro passività correggono il Bianchi che, per il carattere religioso che la rivoluzione del 1848 ebbe a Modena nei pruni giorni e per il patriottismo del Vicario Capitolare della Diocesi monsignor Ferrari e di alcuni altri sacerdoti modenesi, vide nel clero tutto del Ducato un elemento che non stette con gli Austriaci ma fu congiunto in stretta concordia di speranze e di opere con gli Italiani e giunse soltanto a distinguere in esso pochi, rappresentati dal barnabita padre Gavazzi che, pur essendo avversi allo straniero, si facevano strumento delle ambizioni mazziniane.1) Dà maggior valore alle accuse deWItalia Centrale il fatto che essa non fu mossa da spirito ostile al Cattolicesimo, ma sempre accoppiò all'idea civile quella religiosa, sia per guadagnarsi gli animi sui quali la dottrina cattolica impersonata da Pio DC esercitava in quei giorni un fascino maggiore di qualsiasi ideale politico, sia per opporsi a quella corrente conservatrice che. pur nutrendo sentimenti nazionali, era avversa al liberalismo, perchè lo credeva inconciliabile con la tradizione e la dottrina religiosa e pensava mirasse a riprendere l'azione dissolvitrice del Cattolicismo romano arrestata dalla Controriforma.
Rispetto al Governo Provvisorio L'Italia Centrale dopo avergli dato tutto il suo appoggio procurandogli la fiducia dei cittadini, gli rivolse nei numeri 15,17, 23, 25, 26 datati tra il 10 maggio e il 6 giugno, parole di censura e di biasimo per le spese eccessive pel mantenimento di stabilimenti e collegi di non pubblica utilità, per la scelta degli impiegati e la parzialità nel conferimento degli uffici, il miglioramento della legislazione, la lentezza nel promuovere l'allestimento dell'esercito e soprattutto per la dannosa indecisione di tutto il suo operato. Con questo nuovo atteggiamento essa non fece che seguire la linea di condotta che s'era proposta al suo inizio : Lasciamo che il Governo possa essere forte e possa liberamente agire, poi allora discutiamo della cosa pubblica con lealtà animati dal santo amor di patria. Merita d'essere notato che il Sabbatici e il Bosellini nei numeri 26 e 27 del 6 e 8 giugno consigliarono i Reggenti a circondarsi di una Commissione consultiva permanente,
J) N. BIANCHI, op. t., II, cap. X, pp. 131-158.