Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
anno
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1940
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pagina
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1007
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I giornali politici modenesi, ecc. 1007
infatti, mentre L'Italia Centrale seguì una via prudente e riservata e agì soltanto dopo aver preparato il terreno, essa non conobbe timori o perplessità; fu un giornale battagliero e la sua voce suonò sempre franca e ardita. À cogliere la sostanziale differenza del loro procedere basta ricordare come L'Italia Centrale soltanto in un secondo tempo si preoccupò di risolvere la questione politica e leggere il programma, datato 24 marzo e firmato da Cesare Rovigbi, con cui VIndipendenza Italiana dichiarò esplicitamente di volerla subito affrontare. Essa invero stabilì l'unione come condizione necessaria e assoluta per il bene d'Italia, ma a differenza dell' Italia Centrale non fece dell'unità politica una conseguenza dell'unione morale, bensì presentò il problema unitàrio come problema essenzialmente politico di cui si doveva cercare immediata soluzione e appunto dell'unione per il carattere di nazionalità che si sforzò di imprimerle si servì per porre un freno al risorgente spirito municipale. La campagna contro l'amore di municipio, proclamata dal Rovighi e iniziata dal Miani nel numero seguente del 30 marzo con parole sdegnose e franche quali L'Italia Centrale osò soltanto un mese più. tardi, fu svolta con insistenza da Campori, Bosellini, Carbonieri, Sala, i quali con non minor libertà di parola e pensiero imprecarono all'egoistico spirito locale e irrisero l'orgoglio fanciullesco delle piccole nazionalità, non solo modenesi e reggiane, ma milanesi, siciliane, venete.
A risolvere il problema sulla forma di regime più adatta alle condizioni del paese contribuirono tutti i collaboratori, particolarmente Ludovico Bosellini e Francesco Carbonieri, l'opera dei quali la redazione corredò con lettere del Gioberti e passi tolti dalle sue opere e con articoli di giornali contemporanei. La lettura dei loro scritti riesce oggi molto interessante, perchè, siccome riflette tutte le aspirazioni politiche che si delinearono nel Ducato nel complesso e agitato periodo rivoluzionario, permette di seguire fino allo scioglimento il progressivo sviluppo e i superamenti delle varie tendenze. I primi numeri, come quelli àeG?Italia Centrale, rispecchiano l'oscillante atteggiamento del Governo dubbioso tra opposte tendenze; ne è prova l'articolo di G. Taboni del 26 marzo in cui la questione sul destino di Modena è appena presentata con la triplice soluzione di divenir parte del dominio papale o della Lombardia, ovvero di formare uno stato proprio come nel passato sotto il regime costituzionale. Nel numero seguente la possibilità di unirsi al Governo
più abili dirigenti della Società Nazionale. Sotto la dittatura Patini e all'epoca della annessione ordinò il personale di Sicurezza Pubblica dell'Emilia.
Vedi: Il Cittadino, Giornale di Modena, n. 21 del 22 gennaio 1883. Necrologia
di A. P.