Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
anno
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1940
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pagina
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1011
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/ giornali politici modenesi, ecc. 1011
L. Carbonieri pubblicò nell'aprile e nel maggio non. fa che una difesa dei diritti della borghesia, perchè in essi il Carbonieri non sostenne, come faceva negli stessi giorni il Bosellmi neW Italia Centrale con gli scritti Centralizzazione, Federazione, Municipi, Comuni, la necessità di un pronto ritorno al sistema municipale come a quello veramente nazionale ed italico, ma si preoccupò soprattutto di mostrare l'iniquità dell'aristocrazia che aveva prestato il suo aiuto a Francesco IV per sopprimere una istituzione eminentemente democratica quale quella comunale. *) Anche la questione tanto agitata sull'ingresso delle truppe toscane nelle terre estensi d'Oltre Appennino acquista qui maggiore luce; mentre il Diario prese fin dal principio un atteggiamento in difesa del Ducato mettendo in rilievo le mire dei Toscani e cercando di screditarli per la loro indolenza e la scarsa partecipazione alla guerra, L'Indipendenza Italiana, come anche L'Italia Centrale, fin che il Governo Provvisorio mostrò di voler rimanere in amichevole relazione con lo stato finitimo, smentii le voci calunniose sull'occupazione toscana di Massa e Carrara e presentò Leopoldo II come affatto desideroso di un ingrandimento territoriale, ma verso la metà .d'aprile, poiché la missione del Taboni ebbe reso noti i piani del Granduca, passò dalla parte opposta e, se L'Italia Centrale- sempre timorosa di malumori fu pronta a giustificare, essa non accettò nessuna scusa e divenne intransigente. Insorse nel n. 10 a proposito delle critiche mosse al Decreto del 12 aprile col quale il Delegato di Finanza modenese aveva attivato provvisoriamente una linea doganale di fronte alle provincie di Massa, Carrara, Lunigiana e Garfagnana e non si accontentò come L'Italia Centrale di difendere tale decreto dal lato puramente economico, ma mise di nuovo in campo la legittimità dei dislocamenti dei volontari toscani per giungere a una conclusione ben diversa da quella iniziale. Se le armi toscane fossero andate ad aiutare quei paesi per liberarli dallo straniero sarebbero state benedette, ma straniero non v'era. Neppure passò sotto silenzio il modo subdolo col quale Leopoldo II con decreto del 12 maggio aveva aggregato al suo stato le terre estensi occupate nel marzo e, riportando ai numeri 24 e 27 lo sdegno che tale procedere aveva suscitato in tutta
i) Di questi articoli pubblicati ai numeri 3, 4, 5, 6, 8, 11, 12, 14, 17, 18 fece una aspra critica.il DE VOLO, op. cit., I, cap. XXII, p. 295, prendendo la difesa delle riforme con le quali Francesco IV dal 1815 in poi aveva iniziato la soppressione della liberta comunale, e dei nobili che il Carbonieri, nelle persone dei Podestà eletti dal Duca, aveva rappresentato come persone inette, senza istruzione, prive di intelligenza e lealtà, di fronte a una borghesia piena di amor patrio, di capacità intellettuali e di disinteresse.