Rassegna storica del Risorgimento

PARETO MAGLIANO BICE
anno <1940>   pagina <1019>
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VARIETÀ, APPUNTI E NOTIZIE
L'ULTIMA MAZZINIANA D'ITALIA: BICE PARETO MAGLIANO
La marchesa Bice Pareto vedova Magliaro ha cessato di vivere il 31 gen­naio 1940, in Torino, in età di 81 anni* Con lei si è spenta una figura di gentildonna di particolare rilievo per le doti personali e per la tradizione di patriottismo, ch'essa degna­mente continuava, d'una illustre casata patrizia genovese. La famìglia Pareto, dal­l'epoca napoleonica e per tutto il Risorgimento italiano, è sempre stata attivissima nell'amore alla patria, a partire dalla sua ostilità al predominio francese su Genova e l'Italia, via via alla partecipazione al lavoro segreto delle congiure e dell'esilio, ed all'ansiosa costruzione dell'unità nazionale attraverso anche ambascerie e deputa­zioni ufficiali, sino al tributo di sacrificio dato nella guerra mondiale e nelle recenti vittoriose campagne dai suoi ultimi discendenti.
Bice Pareto, nata nel 1859 (prendeva essa il nome della nonna Bice Durazzo. bella vivace e colta, e ne ripeteva i caratteri essenziali) era figlia di quel marchese Ernesto Pareto, il più acceso e pia fedele tra i nobili genovesi seguaci di Mazzini, il quale tolse in moglie una cittadina inglese, Costanza FitzgeraldBeart, che venuta in Italia pochi anni prima già si era fatta notare per la sua propaganda mazziniana e per tale cagione era stata espulsa dagli Stati Sardi (e poi dalla Svizzera). I giovani sposi, nella loro casa di piazza Corvetto in Genova, accolsero e nascosero alle ricerche della polizia l'esule in patria Mazzini, come è ben noto ad ogni cultore di storia mazzi­niana, dopo gli studi del Luzio in proposito e gli scritti sia della Pareto stessa, sia di altri molti. In memoria di ciò, ricordiamo, lo scorso anno venne murata una lapide a cura del Municipio genovese sulla casa che fu del Pareto.
Bice fu la primogenita ed entrò nella vita con gli auguri più fervidi del Mazzini, come si può rilevare con gli accenni ai vari Pareto nell'epistolario, oltre che della pleiade di suoi amici ed amiche inglesi: notevolissima tra tutti quella Arcthusa Milner Gibson, moglie di un deputato al Parlamento inglese e poi ministro, che le fu madrina, soprannominata l'Italiani esima pel suo amore alla causa italiana.
La giovane Bice crebbe quindi nell'ambiente familiare saturo di ardente patriot­tismo, conoscendo personalmente, in gioventù e dopo, tutte le più spiccate figure della democrazia genovese e italiana. Vide anche il Maestro, Mazzini, più volte: scrisse di averlo incontrato, essendo bambina, in casa di Achille Sacchi; decenne, accom­pagnatavi dal padre, lo vide in una privata riunione di Genovesi: ella rammentava ch'egli l'aveva voluta vicino a sé, posandole la mano sul capo mentre parlava, e che tra le altre cose aveva detto: Verrò in Italia ancora per dedicare gli ultimi anni all'unità, poiché, amici miei, abbiamo il corpo dell' Italia, ma non l'anima sua. Lo rivide ancora al suo passaggio da Genova per recarsi a Pisa e morirvi. Giunti in Oregina scrisse la Pareto entrammo in una modesta casa, e là nel breve cortiletto stava Giuseppe Mazzini, ma assai più emaciato: non so come, mi parve una face ardente. Non mi disse, no, le solite parole insulse che si dicono ai bimbi, , ma guardandomi fisso pronunciò con voce un pò velata queste parole: Promettimi che amerai 1* Italia più di te stessa e che sarai pronta a dare per lei tutto quanto avrai di più caro al mondo. E più tardi scrisse ancora che a tali parole, chiuse