Rassegna storica del Risorgimento

MAYER ENRICO ; SISMONDI, JEAN CHARLES L?ONARD SIMONDE DE
anno <1940>   pagina <1023>
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Rapporti tra E. Mayer e G, C, L. Sismondi 1023
avrebbe suggerito allo storico al cani suoi pensamenti, pe* quali avverrebbe che il libro che era dispiaciuto a molti sapienti, non escluso il Dalmata riuscisse meno cattivo.1)
In esso lo storico ginevrino, liberal et mieux icore, rcpublioain, mais jamais démocrate , tanto da opporre la libertà alla democrazia, che egli giudicava volentieri offensiva ed arbitraria; il diritto delle minoranze al sistema maggioritario; la protezione della deliberazione al voto chela uccide; la formazione di una opinione pubblica illu­minata al regno delle masse ignoranti e spesso reazionarie, non era d'altra parte favo­revole a vedere lo Stato abbandonato al numero e a riconoscere negli eletti dal suf­fragio universale i veri rappresentanti della Nazione. questo suo pensiero politico lo aveva egli espresso nel famoso articolo sul Suffragio universale, che, pubblicato nel 1834 suscitando grande interesse e molte discussioni, entrava ora a far parte dello altrettanto discusso libro.
Inoltre il Mayer, nei colloqui di Chènc, aveva incitato il Sismondi a scrivere nuovi consigli ai profughi in opposizione ai Conseils mix Refugiés, che tante critiche ave­vano suscitato anche da parte degli amici dello stesso Sismondi, nel timore che una grande quantità di vili stessero per farsi belli del suggerimento di contrefaire les morto) per rimanere proprio morti essi stessi nclT infingardaggine.2)
Il Mayer, dinanzi alle aspre critiche e alle possibili funeste conseguenze dello scritto del Sismondi, aveva creduto opportuno dargli tale suggerimento, sebbene fosse a Ini tanto vicino in politica, in quanto anch'cgli, pur conservandone inalterata l'ami­cizia, si era allontanato dal Mazzini, non giudicando opportuni i tentativi di solle­vazione, i quali sacrificavano tante giovani vite, che avrebbero dovuto essere utili alla patria. Promovendo l'educazione del popolo pensava di contribuire efficacemente alla formazione di una salda coscienza nazionale, in ciò, del resto, d'accordo col programma primitivo della Giovine Italia, alla cui diffusione egli aveva tanto contribuito.
I nuovi consigli ai rifugiati avrebbero dovuto quindi essere scritti per spingerli a riunirsi, per far conoscere all'Europa e i mali di ciascuna provincia d'Italia e le disgrazie di quelli che meritano maggiormente sia richiamato su di essi lo sguardo degli uomini generosi di tutti i paesi* Vi è una tal somma di sacrifici individuali, di disper­sione di famiglie, di dolori materni nell'emigrazione italiana, che tutta l'Europa ne sarebbe commossa.... ma non sarebbe forse una sterile pietà ?
Ci informa ancora il Mayer che il Sismondi avrebbe voluto pubblicare uno scritto sulla Monarchia costituzionale, mostrandola sotto un aspetto favorevole, perchè, nello stato attuale dell'Europa e secondo le tendenze dell'opinione pubblica, solamente attraverso questa forma i popoli schiavi sarebbero passati per giungere alla libertà, ma non trovava nulla da dire in suo favore.*)
Questo risorgere, dopo tante delusioni, dell'idea di una monarchia temperata dinanzi alla possibilità intraveduta della liberazione d'Italia o di una parte di essa, aveva già trovato riscontro nella lettera del Sismondi al Mazzini del 5 novembre 1832, nella quale lo storico ginevrino, quasi precorrendo il futuro, entrando nel vivo della questione italiana, aveva affermato di essere d'accordo con lui nei principi, e che
1) N. TOMMASEO, 0. CAPPONI, Carteggio inedito dal 1833 al 1874, a cura di I. De Lungo e P. Prunai, Bologna, Zanichelli, 1911, voi. I, p. 425. A p. 434 vedi lettera del Tommaseo al Capponi, in cui critica aspramente il libro del Sismondi.
2) G* CALAMARI, Lettere dì Camillo e Filippo Ugoni al Sismondi, in Rassegna Storica del Risorgimento, a. XXIV, fase. V, maggio 1938XVI, p. 643/
*) A. LINAKEB, Op. CÌL, voi. I, pp. 356-7.