Rassegna storica del Risorgimento
BOCCHECIAMPE (DE) PIETRO ; BANDIERI (FRATELLI)
anno
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1940
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1027
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Il traditore dei fratelli Bandiera, ecc. 1027
IL TRADITORE DEI FRATELLI BANDIERA SECONDO I DOCUMENTI UFFICIALI BORBONICI
Molti documenti, più o meno ufficiali, della spedizione dei fratelli Bandiera sono stati finora pubblicati. Tuttavia ne rimangono alcuni, non meno autorevoli e importanti, ignorati o poco conosciuti, esistenti nell'Archivio di Stato di Napoli; per cui qualche punto dell'eroica, per quanto tragica, impresa è tuttora nell'ombra, come quello del tradimento del De Boccheciampe, tanto che più d'uno scrittore moderno ne mette in dubbio la fondatezza. Donde l'opportunità di segnalarne in succinto almeno i più interessanti e decisivi, affinchè sia illuminato meglio, nella sua realtà storica, quel glorioso avvenimento del nostro Risorgimento. È quello che facciamo oggi.
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La sera del 16 giugno 1844, come è noto, i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera con altri diciotto profughi di Corfù, al comando di Nicola Ricciotti, sbarcarono in Calabria a non molta distanza da Cotrone. Grande fu tosto la loro delusione nel non trovare, come credevano, sulla costa calabrese segno alcuno di rivolta, sia pure latente, ma piuttosto indifferenza, anzi ostilità di popolazione sospettosa. Il più sfiduciato ne dovette essere il corso Pietro De Boccheciampe scrivo il suo cognome com'egli si firmava in tutti i documenti suoi, tuttora esistenti, e non senza il de come si fa generalmente dagli storici ; il quale non vide altro scampo nell'ardita impresa, in cui si etano gettati, che abbandonare furtivamente di notte i compagni per recarsi alla vicina Cotrone presentandosi all'autorità borbonica più elevata del posto, al sotto intendente Antonio Bonafede, che informò dello sbarco e di altro inerente ad esso. Il Bonafede a tale inattesa e grave notizia si affrettò, senz'altro, ad inviare per espresso al suo superiore diretto, all'intendente di Catanzaro, il seguente dispaccio pressante, esistente, come gli altri documenti, che riportiamo, nell'Archivio di Stato di Napoli: La sera di domenica, sedici corrente, siccome in questo punto ho saputo, che corrono le ore undici di questo giorno, sono sbarcati alla distanza di cinque miglia da Cotrone i seguente individui! un Ricciotti, i due fratelli Bandiera, l'ufficiale di marina Moro, e diciassette altri compagni, insieme con un calabrese che serve di guida. Essi provengono da Gorfù, sono armati in tutto alla militare, con sacco d'incerata nera,, con coccarda rotonda liscia tricolorata, cioè l'estremità rossa col nero, seguente il bianco e nel centro il verde. Essa coccarda è di latta inverniciata, più una camicia di cotone tinta blu con paramani TOSSO scuro, bottoni d'acciaio bianco, con manetta verde che affibbia il bottone al còllo con sacco animalo tavolame e coverto d'incerata nera, con fucile alla paesana, cartuccie in abbondanza, con armacollo di pelle, armati di due pistole ed un coltello: alcuni con una sciabola a con turo ne e stock* Dal punto di sbarco, come sopra, si sono portati ad una masseria alla distanza di undici miglia da Cotrone, e la sera del giorno diciassette sono partiti per Cosenza per liberare i carcerati, Tuttodì) ò dichiarato dal Sig. Pietro De Boc* checiampe, corso, che faceva parte della comitiva, e che non so per quale ragione se ne sia diviso e da cut ho ricevuto gli oggetti di abbigliamento indicati, e saputa la cosa. Io ai momento corro sul luogo indicato con gendarmi ed urbani portando meco lo stesso Pietro De Boccheciampe per non aver saputo indicare bene il luogo preciso. Userò la massima