Rassegna storica del Risorgimento
RUSSIA ; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1917
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pagina
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309
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Giuseppe Mazzini e la nuova Russia 309
della storia, il pensatore scozzese non vede nella Russia se non un colosso formidabile, irto di baionette e di cannoni, un muto enorme mostro, che dovrà anch'esso avere la sua voce, una voce eroica, il pensatore genovese tenta non solo esplicare, storicamente, il moto slavo e quindi il fatale e necessario risorgere della Russia, ma di questo risorgimento vede ragioni, profonde, non individuali, ma collettive.
Il moto Slavo - ammoniva, nel 1871, nello scritto sulla Politica internazionale - sorse, come il nostro, spontaneo dagli istinti e dal giusto orgoglio dei popoli, dai germi di futuro cacciati nelle tradizioni storiche e nei canti popolari, dagli esempi d'altre Nazioni, dal destarsi d'idee che volevano e non trovavano libero sfogo, dalla coscienza svegliata al senso d'una missione da compiersi scritta nel disegno divino che informò V Europa a feti progressivi comuni : cagioni siffatte si avvivano sempre .a un alito di libertà (STVT, Ùt : e già, nel 1863, in alcune sue Note autobiografiche, a spiegare come a firmare il patto di fratellanza della Giovine Europa (1834) fossero stati chiamati solo dei Polacchi come rappresentanti della famiglia Slava, scriveva: La Russia dormiva allora un sonno di mòrte: mancava d'un centro visibile in cui la vita potesse assumere potenza praticamente direttiva, né a me pareva clféssa potesse sorgere cosi presto a coscienza di sé. TX sorgere a vita della Russia ha superato, qua/rito al tempo, le mie previsioni e le altrui; e V influenza decisiva che ogni suo moto esercita su tutta quanta l'Europa è innegabile (V, 22).
E, in verità, prima ancora del Michelet e del Castelar. facendo eco alla voce inspirata del Miokiewicz, il Mazzini, in un discorso proferito in un'adunanza polacca, a Londra, il 26 luglio 1841 (VI, 98-105), aveva già commemorata ed esaltata la memoria di cinque martiri, i veri precursori delia nuova Russia, che oggi sarebbe somma ingratitudine il dimenticare.
All'alba del 25 luglio 1825, penzolavano dalle forche, a Pietroburgo, cinque giovani - Pestel, Mouravieff, Ryleief, fìestuyef, Kakovski-rei di aver sognato una Russia libera, repubblicanamente costituita, fraternamente unita agli altri popoli, stretti in una federazione europea.
Tutta la Russia dormiva mentre si moriva per essa, scrive il Michelet. Ove sei tu, canta Mìclciewicz, o nobile Rylieff, che io bo abbracciato come fratello? Pel decreto dello Czar egli pende dalla forca. Guai ai popoli ohe uccidono i loro profeti.
Mazzini saluta in essi ì'tmenire del popolo che, fraintendendoli, li aveva traiti al sacrifizio.
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