Rassegna storica del Risorgimento

BOCCHECIAMPE (DE) PIETRO ; BANDIERI (FRATELLI)
anno <1940>   pagina <1029>
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Il traditore dei fratelli Bandiera, ecc. 1029
diretta al Ministro di Polizia in Napoli, scritta a Cosenza il 20 giugno, e dice: Eccel­lenza, mi sono costituito prigioniero e lo sono nella speranza di servire la bandiera della mia predilezione come altri della mia famiglia Io rispetto. Eccellenza, le misure che sono state prese a mio riguardo perchè le debbo rispettare, e mi farò sempre,un dovere di rispet­tarle. La lealtà di quanto espresso sarà conosciuta, e non dubito presto della giustizia che mi sarà resa. Mi resta però, Eccellenza, ad aggiungere qualche cosa per prevenire ulteriori disordini e per dare saggio di me, die molto desidererei comunicare alla Signoria Vostra, s ella si compiacesse accordare Vonore di parlarle. Ho Vonore di essere con tutto il rispetto l Umilissimo Obbligassimo Servo di Sua Eccellenza Pietro De Bocckeciampe .
La bandiera di cui parlava il De Boccheciampe, e sotto cui chiedeva di servire, non era quella tricolore con la quale era sbarcato in Calabria e per la quale aveva gin-rato di dare la vita insieme con i compagni della spedizione, bensì quella bianca gigliata borbonica, sotto cui aveva anni avanti militato un suo parente con distinzione fino a raggiungere un alto grado militare e a guadagnarsi varie onorificenze.
H Del Carretto aderì subito alla domanda del De Boccheciampe facendolo accom­pagnare a Napoli da lui; e lo interrogò personalmente due volte. H De Boccheciampe vuoto il sacco di tutto quello che sapeva, senza reticenze e ambagi; e non fu, certo, merito suo, se non potette dire altro, che non sapeva altro, non essendo, come parte secondaria, al corrente di tutto anche perchè la spedizione dei fratelli Bandiera non eia l'esponente d'una vasta cospirazione rivoluzionaria, ma un semplice fatto sporadico e isolato di ardimento che doveva finir lì, come purtroppo finì, senza nessuna riper­cussione pericolosa nel reame borbonico, non essendovi stata alcuna preparazione precedente. Perciò il Del Carretto, affatto preoccupato per essere già al corrente di tutto, si accontentò di quanto il De Boccheciampe riferì, né lo ritenne reticente, altri­menti lo avrebbe trattenuto a Napoli, e Io rinviò, senz'altro, a Cosenza per essere giudicato insieme coi suoi compagni di sbarco.
Nell'interrogatorio il De Boccheciampe disse di essersi distaccato dai compagni perchè non aveva intenzione di partecipare al loro progetto rivoluzionario, di aver finto di essere della loro partita per uscire da Corfu e per poi, alla prima occasione, abbando­narli, come aveva fatto. Indicò come comandante della spedizione il Ricciotti, dando notizie 'sul passato militare e rivoluzionario di lui e affermando che questi era stato inviato a Corfn da Mazzini per siffatta impresa. Aggiunse che erano sbarcati nella spiaggia di Cotrone e si dirigevano verso Cosenza perchè avevano avuto informazioni di trovarsi su per le montagne circostanti oltre seicento rivoltosi calabresi, pronti ad unirsi a loro. Il difensore patrocinante di fiducia del De Boccheciampe, avvocato Politi, concluse nel dibattimento: il fatto che viene imputato al Sig. De Boccheciampe non è punibile. La volontà a delinquere caratterizza il reato e quello del De Boccheciampe viene dimostrata estranea, anzi contraria a progetti qualunque ci fossero dagli altri giudi­cabili. L'intento di prestare un servizio al Governo non può essere soggetto a penali san* zioni. Se per tale ipotesi voglia dirsi che il Sig. Do Boccheciampe abbia fatto parte momen­taneamente e materialmente se ne sciolse. Né cospirò alla sua organizzazione, nò esercitò funzione alcuna. Quindi resta sempre che pel Sig. De Boccheciampe la legge non precisa pene.. Il De Boccheciampe fu l'unico imputato difeso nel processo, por essere stati gli altri abbandonati dai propri avvocati
La Commissione Militare del Consiglio di guerra, riunitasi straordinariamente, condannò il 24 loglio* a morte dodici per reato di cospirazione e di attentato all'ordine pubblico e di resistenza olla forza pubblica con lo scopo di cambiare la forma di governo e di eccitare olla ribellione la popolazione del reame. Il De Boccheciampe, invece