Rassegna storica del Risorgimento

EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <1034>
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LIBRI E PERIODICI
Giulio DECIO, Documenti sul Gran Magistero dell'Ordine di S. Giovanni Gerosolimi­tano assunto da Paolo I Imperatore di tutte le Russie (1798-1802) ; Novara, tip. Cattaneo, 1938-XVI (ma 19398.711), pp. 116. (Estratto dal Bollettino delta Sezione di Novara della R. Deputazione Subalpina di Storia Patria, fase. 3-4 del 1938-XVI e 1-2-3 del 1939-XVII).
Negli Anni che tennero dietro alla espulsione dei Cavalieri Gerosolim itani da Malta, e all'incameramento dei beni- dell'Ordine da parte dei governi repubblicani e bonapartisti, non poche carte d'interesse generale restarono nelle mani e nelle case dei dignitari superstiti, le quali varrebbe la pena di rimettere assieme, per ricostruire, con imparzialità, la storia dei tentativi di rinascita dell'Ordine stesso, e per tuia più compiuta intelligenza delle ripercussioni che la sua disfatta ebbe nello spirito pubblico e nell'economia del tempo.
Questo fascio di ben 68, tra lettere, manifesti e verbali, tutti accentrati intorno al tentativo di Paolo I di Russia di stabilire diretti contatti con i Priorati italiani nel caso, con quello di Lombardia allo scopo di riannodare i dispersi nuclei di cavalieri attórno al nuovo organo magistrale da lui creato a Pietroburgo, proviene dall'archivio familiare dei Cacherano di Osasco, alla quale famiglia appartenevano in quel momento, tre commendatori, Luigi, viceluogotenente del Priorato, Felice, ricevitore dello stesso, e Carlo, che ebbero diretta e non sempre felice e discreta parte in quelle estreme vicende del vetusto organismo monastico-militare.
Non tutti i documenti qui pubblicati sono inediti: la protesta del 10 settem­bre 1798 del Gran Priorato di Russia contro il Gr. M. d'Hompesch, quella relativa dello Zar Paolo, e qualche altro si possono già leggere nel Miège, nei Monuments del De Yilleneuve-Bargemont, e, tradotti in inglese, nel Boisgelin de Kerdu , per non dire di scrittori più recenti che li hanno riprodotti dalle opere nominate. Tuttavia, ha ben fatto il Decio a stamparli insieme con gli altri, sia per la compiutezza del quadro delle relazioni allora corse tra quei Cavalieri e la Corte di Russia, sia per la storia della diffusione di certi atti. Qualche dubbio che, qua e là, sorge circa la correttezza della trascrizione va forse imputato ad errori dell'originario amanuense, poiché spesso si tratta, appunto, di antiche copie. Per scrupolo, notiamo anche parecchie mende tipo­grafiche. L'introduzione, che ha carattere generale e nulla tocca della materia riflessa nei documenti, pur non dimostrando un sicuro possesso della storia dell'Ordine Gero­solimitano, riesce, nel complesso, chiara e di sufficiente utilità per il comune lettore.
Com'è noto, gli atti compiuti a Pietroburgo dai Cavalieri ribelli a d'Hompesch, e l'accettazione della dignità magistrale da parte dello scismatico autocrate di Russia non suscitarono soverchio entusiasmo nei cavalieri italiani rimasti di qua delta Alpi. Sì pensò allora dai primi di mettere in moto hi macchina diplomatica e d'impegnare l'autorità dei sovrani della penisola per ottenere al più presto i necessari consensi. In questo intento, e valendosi dell'esempio di Ferdinando IV di Napoli, che aveva incaricato il duca di Serracapriola, suo ministro a Pietroburgo, di prestare a Paolo l'omaggio in nome dei tre priorati del suo regno, il cav. Balbo, ministro sardo, il 1 febbraio 1800, premeva per un'analoga decisione del Priorato di Lombardi a, o almeno dei cavalieri piemontesi. Gli scrupoli religiosi di alcuni membri furono in parte vinti dall'esempio dei priorati di Baviera e di Pisa, che si affrettarono a riconoscere il nuovo Capo dell'Ordine, ma più dall'annuenza del Re di Sardegna, e dalla sibillina evasi-vita del cardinale Morozzo, al quale ai erano rivolti per consiglio. Tuttavia, qualche battaglia vi fu ancora nell'assemblea capitolare tenuta a Torino il 2 maggio, dalla quale riuscì vittorioso il Felice d'Osasco, che subito dopo fu delegato dal Priorato di Lombardia a recare a Pietroburgo il reclamato omaggio. Mentre egli si dirigeva,