Rassegna storica del Risorgimento
EMIGRAZIONE POLITICA
anno
<
1940
>
pagina
<
1040
>
1040 Libri a periodici
nel 1832. I suoi personaggi però non sono che. il prodotto della sua mentalità americana, quella stessa die aveva creato i suoi avventurieri del mare, i suoi indiani delle foreste e i suoi audaci pionieri di frontiera. In fondo egli non ha fatto che trasportare questi suoi tipi, fondamentalmente uguali, sulla Laguna, rivestirli di paludamenti senatoriali, della casacca popolana, del farsetto del gondoliere, mettere sul loro viso la bautta e fatti agire sulla nuova scena con gli stessi gesti e con la stessa mentalità di prima; non vi è poi nel romanzo nulla che riproduca la vita, l'incanto delle luci e delle ombre, le meraviglie dell'arte e dello spirito dell'incomparabile regina dell*Adriatico. Tina certa ricchezza d'ispirazione italiana, che si riflette non solo nei particolari di carattere descrittivo, ma anche ne) pensiero e nel significato stesso del romanzo, riscontra 1* A. nel Fauno dì marmo di Hcwthorne, l'uli imo suo romanzo, e il solo pensato e scritto fuori dell'America, la cui idea gli fu suggerita, coni' è noto, dal Fanno di Prassi tele del museo del Campidoglio. Ciò che è veramente importante e essenziale nel suo racconto è la rappresentazione dell'anima di Roma quale forza viva che invade e accende l'anima e la fantasia e la coscienza dell'anima americana; l'anima di Roma quale si rivela nelle rovine e ì monumenti dell'impero; l'anima di Roma medioevale che lasciò le sue impronte nelle sue chiese, nelle sue torri, nei suoi castelli.; l'anima di Rema del Rinascimento con le sue cupole, con i suoi palazzi e le sue ville, con le sue meravigliose pitture e sculture; l'anima di Roma al tramonto del dominio papale, con tutta la sua decadenza fisica e morale. Romanzi in maggioranza di argomento italiano scrisse il fecondo Francis Manin Crawford. nato e vissuto a lungo in Italia (mori nel 1909 a Sorrento, ove aveva fissato la sua dimora sin dal 1883 e dove vi era rimasto di continuo, salvo frequenti periodi di viaggio all'estero). Ma se anche egli condannò nei suoi scritti polemici il romanzo a tesi morale, il romanzo come strumento di edificazione o di propaganda filosofica e sociale e il romanzo sentimentale e intenzionalmente moraleggiante della tradizione romantica americana, in verità l'influenza italiana nel suo spirito fu piò esteriore che intima, più. verbale che reale; egli tenne presente i gusti del pubblico dei suoi fratelli d'oltre Oceano e cercò di soddisfarne le esigenze, anche con lo scopo che i suoi libri, come in realtà avvenne, avessero la più grande diffusione.
Dati più certi e positivi di una influenza italiana diretta la La Plana riscontra segnatamente nei due scrittori americani che sono i rappresentanti più tipici del realismo vittoriano: Henry James e William Dean Howells. Il James trascorse l'inverno del 1873 e parte del 1874 a Firenze, in compagnia del fratello William; e l'Italia fu il campo della sua esperienza estetica e anche delle sue delusioni, perchè quel che egli cercava era introvabile esistendo solo nella sua fantasia romantica. Ma dell' Italia egli conservò sempre impressioni indelebili di bellezza e di vita e ne descrisse in pagine spesso suggestive (come in Roderich Hudson e in The Potrait of Lady) l'incanto insuperabile della natura e dell'arte. Nell'ultimo periodo della sua attività (ciò che nessuno ha mai notato sinora, prima della La Plana) egli senti potentemente l'influsso dannunziano e tale influsso fu la forza decisiva che diede l'impulso a quel rapido processo interiore, per cui la sna opera letteraria prese il colorito nuovo che lo distingue da quello precedente* Ad esempio, il Golden Rovai è tutto pieno di tocchi e pennellate che richiamano alla mente la preziosità stilistica e il colorito della prosa del d'Annunzio; e attraverso tutte le pagine si nota lo sforzo dell'autore non solo d'imitare, ma di superare il modello. Ma al James mancava 1" immaginazione fervida o senza scrupoli che fu invece una delle dori più singolari del Nostro, e perciò il suo pensiero si perdette in un mondo pieno di rumori, ma vuoto e senza luce, e il suo tentativo di acquistare le virtuosità di rappresentare con finezza meticolosa e con immagini audaci stati di estrema eccitazione della sensibilità si ridusse a ne.bidoae sottigliezze e a ediUxtqiumenti di colori quasi sempre fuori tono. Nello studio delle relazioni intellettuali e letterarie tra l'America e l'Italia una figura d'importanza eccezionale è invece lo Howells, perchè egli fu il solo su cui un'influenza diretta italiana ebbe efficacia, considerevole nel periodo formativo della