Rassegna storica del Risorgimento

EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <1042>
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1042 Lihri e periodici
un'esistenza di lavoro e di lotta, iniziala nella prima giovinezza e continuata indefes­samente per trentacinque anni, fino alla morte. E come risultato di tale esistenza; il risollevamcnto del nome e della fortuna della Dinastia sabauda, tanto abbassata nella prima metà del sec. XVI; la ricostruzione dello Stato con caratteri e con orienta­menti italiani tali che, solo uniformandosi-ad essi e continuandoli, i successori potranno provvedere adeguatamente alle sorti della Dinastia e della Patria; il risveglio e lo svi­luppo delle più sane virtù civili e militari nella popolazione piemontese: la delineazione di una politica atta a tutelare e sviluppare l'indipendenza dello Stato fra le due formi­dabili Potenze che l'attorniavano e tendevano a comprimerlo, e improntata a dignità e fierezza, e ciò in un secolo in cui la dignità e la fierezza sembravano addormentate se non spente, nella penisola; la preparazione e l'addestramento di un esercito che potè dirsi nazionale, in un'epoca in cui le sorti italiane erano affidate a stranieri e mercenari.
Del resto basta, secondo noi, un ravvicinamento a dimostrare tutta l'importanza della figura e dell'opera, nella storia non del solo Piemonte, ma dell1 Italia.
Al momento della pace di Cateau Cambrésis, che iniziava per l'Italia il periodo dell'egemonia spagnola, quasi negli anni stessi in cui Emanuele Filiberto risollevava e ricostituiva il suo Stato, un altro Stato veniva consolidato e rafforzato in Italia: quello di Toscana con Cosimo I.
In quel momento erano indubbiamente maggiorila fortuna, la prosperità, l'impor­tanza dello Stato e della Dinastia dei Medici, in confronto dello Stato e della Dinastia dei Savoia: lo dimostra, fra l'altro, il fatto che, quasi a sanzione di questa posizione di primato nella penisola, il Principe mediceo otteneva un titolo superiore ai titoli degli altri principi italiani dell'epoca; il titolo di granduca.
Ebbene: facciamo di nuovo il confronto un secolo e mezzo più. tardi, al momento di quella pace di Utrecht che segnò un'altra data decisiva nella storia della penisola e degli Stati in essa costituiti, giacché con tale pace al predominio spagnolo si sostituì il predominio austriaco. Come invertite ci si presentano allora le parti nel confronto fra lo Stato mediceo e lo Stato sabaudo!...
In questo capovolgimento del rapporto di importanza fra i due maggiori principati laici della penisola... appare tutta l'importanza dell'opera di Emanuele Filiberto, che di tale ascesa, di tali fortune formò le basi, temprò gli strumenti, additò con profetico intuito le mete.
IL centenario della morte di Napoleone ha offerto al Silva l'occasione di delineare la figura storica del grande corso, di analizzarne e giudicarne l'opera. Le difficoltà che sì oppongono ad un tale assunto sono gravissime, dato che la sua azione è stretta­mente connessa alla storia di Francia e d'Europa di quel tempo. Tuttavia cercare il segreto della sua grandezza, analizzare il suo genio, vedere che cosa ha compiuto, fare il bilancio dei suoi meriti, ricercare quanto della sua azione fu duraturo e quanto invece tramontò col suo dominio, sono tutti problemi che hanno sempre tentato gli storici, e di tanto in tanto un bilancio dei risultati raggiunti coi nuovi studi, serve per fare come si suol dire il punto.
E il Silva lo ha fatto egregiamente.
Nel saggio su Carlo Alberto l'A. ha preso in esame la migliore letteratura comparsa in argomento in questi ultimi tempi, e specialmente i nuovi contributi apportati dal Luzio, dal Ro doli co, dal Salata, dal Lemmi, dal Fossati, dal Passamonti, ecc.
Tendenza generale di questa letteratura è quella di riabilitare Carlo Alberto contro la tradizione contraria formatasi durante il Risorgimento. Il tentativo ha tro­vato vivaci reazioni, ma fondamentalmente è riuscito, per lo meno in parte. Ora il Silva analizza acutamente i risultati raggiunti e cerca di fissare meglio il carattere del Re sabaudo, dandocene un'idea che, senza cadere nell'apologia o nella stroncatura, sia più aderente alla realtà; e in questo tentativo è perfettamente riuscito.
Un profilo vivace è quello sul D'Azeglio, del quale metto bene in risalto le buone qualità, i difetti e i contrasti, dei quali è ricca la sua vita,