Rassegna storica del Risorgimento

EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <1043>
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Libri e periodici 1043
Alla storia dei moti del 1831 FÌ riferiscono i tre studi sul Borono di Barante e sul principio del non intervento e sull'azione dei rifugiati italiani in Francia; e in questi studi si serve anche di ricerche fatte neirarehivio del Ministero degli Esteri di Parigi. Gli ultimi quattro saggi costituiscono quasi un gruppo a se, e trattano di alcuni dei momenti più delicati della politica estera italiana.
Il primo si riferisce all'alleanza del Regno di Sardegna con le Potenze occidentali nella guerra di Crimea. In esso dimostra che, contrariamente a quello che è stato sempre creduto, l'alleanza conclusa dal Piemonte con. la Francia e l'Inghilterra, non fu conclusa dopo il mancato intervento dell'Austria contro la Russia, né doveva essere, nelle intenzioni di Londra e Parigi, contraria all' Impero absburgico ; al contrario doveva servire a dare a quest'ultimo la sicurezza che il Piemonte non gli avrebbe creato imbarazzi qualora Vienna si fosse decisa a scendere in campo contro la Russia. E il Piemonte in cambio del suo intervento non ottenne nessuna assicurazione anzi di amichevole appoggio sia nella questione dei beni degli emigrati, come in quella delle condizioni generali dell' Italia. Se poi le cose ebbero un altro seguito, non dipese affatto dagti accordi stipulati, ma dagli avvenimenti. Quindi il Cavour vide giusto quando ritenne necessario parteciparvi.
La storia della convenzione di settembre egli rifa coU'aiuto dei documenti diplo­matici francesi. Le basi furono poste al tempo del Cavour, e le trattative, allora ben avviatesi, furono troncate dalla sua morte. Seguì poi una lunga serie di progetti, quasi tutti morti appena nati, finche si ritornò al vecchio punto di partenza del 1861; ma hi convenzione del 1864 fu un'edizione peggiorata di quel progetto, che in fondo risolse e malamente solo la questione del ritiro delle truppe francesi da Roma e lasciò tutti gli equivoci di una situazione ibrida.
Lo si vide nel 1867 in occasione della spedizione di Mentana, studiata nel saggio successivo.
L'ultimo è dedicato alla politica estera italiana, dalla caduta della Destra fino alla conclusione della Triplice.
In complesso, salvo i due primi, questi saggi rientrano nel quadro del Risorgi­mento italiano, al quale quello su Napoleone fa come da introduzione. Essi quindi obbediscono ad una certa unità di argomento, oltre che di metodo.
Tutti quanti poi hanno una caratteristica comune, e cioè di essere scritti in forma chiara, vivace, talvolta brillante e di costituire sempre una appropriata messa a punto, una chiarificazione di problemi, una visione più esatta e più aderente alla realtà.
AUGUSTO TORRE
l processi del *2l nel carteggio di Antonio Mazzetti, a cura di PIETRO PEDROTÌI. Le memorie defensionali di Silvio Moretti, a cura di GIUSEPPE SOLTFRO; Roma (Documenti e studi del Comitato Nazionale di studi sui prigionieri politici italiani, dello Spielberg), Tip. del Senato, 1939-XVHI, pp. 320, in-8. L. 25.
Quando si tenga conto degli importanti uffici tenuti dal trentino Antonio Maz­zetti nella magistratura austriaca negli anni delle congiure, dei processi e delle repres­sioni, facilmente si potrò, anche a priori, valutare l'importanza di un documentario di lèttere che il Mazzetti, proprio in quel tempo, riceve da colleghi e da amici suoi personali, spesso a lui legati da gratitudine, perchè a lui debitori del posto occupato e della camera fatta nella stessa magistratura.
Di fatto poi le lettere sono piene di riferimenti ai processi, e costituiscono, per cosi dire, un commento magari pettegolo talvolta, ma intimo, spontaneo, sincero, su fatti e su cose, su personaggi e sopra momenti, su atteggiamenti e su manchevolezze relative ai processi medesimi.
Pietro Pedrotti pubblicando questo carteggio ha ritenuto opportuno raggrupparlo in due distinte parti, a seconda che le lettere dirette al Mazzetti si riferiscono ai