Rassegna storica del Risorgimento

EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <1051>
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Libri e periodici 1051
appartengono ad ottani grandi. Quotato non è ti caso della passione che divampò in Anna Giustiniani per Camillo Cavour. L'Incognita era stata per molto tempo [dilaniata, poi col solo diminutivo, Nino, e finalmente se ne svelò la personalità. Di fronte ad una figura gigantesca come quella del Cavour, anche una sua amica fedele sembrava dovere restare nell'ombra. Ma il volume del iCodignola ce ne dà un ritratto vivo e profondo, ce la fa conoscere donna di alti sentimenti e capace dei supremi sacrifizi. Piuttosto che dramma intimo di Cavour, il dramma si svolge tutto in Nina. che per la sua passione si vide ripudiata da parenti ed amici, trattata da pazza, portata al suicidio, mentre anche il Cavour si allontanava da lei, inconsa­pevole, forse, della tragedia che aveva creato. Passione romantica ed ottocentesca quella di Nina, tanto che se il volume non fosse ampiamente documentato, alcune situa­zioni, alcuni pensieri sembrerebbero, irreali, come irreale può apparire la figura cinica e bieca del marito di lei, Stefano Giustiniani, che preferisce lo spionaggio allo scandalo, che tortura, ma non ha il coraggio di fare pubbliche accuse.
Il volume del Codignola ci dò prima ampie notizie sulla famiglia di Nina, sulla sua vita, sul suo. circolo genovese, sulle sue credenze politiche derivate dalla predicazione mazziniana. E poi, ecco rincontro con Camillo Cavour, ecco i momenti meravigliosi deBa passione ricambiata che conoscevamo attraverso il carteggio già edito dal Berti e da H. Nelson Gay, ma che acquista nuovo valore per ricchezza di particolari inediti. Ben presto, però, Nina resta sola e seguiamo la sua triste vita sulle testimonianze di Lazzaro Rebizzo e di Antonio Crocco, i due amici fedeli che hi salvarono piò volte dal terribile proposito di togliersi la vita, ma che non lo poterono nel 1841 quando la notte dal 23 al 24 aprile si buttò nel vuoto, forse da una finestra di casa, morendo dopo sei giorni di atroci sofferenze. E questa seconda parte del volume la piò interessante, perchè assolutamente inedita. La devozione che ebbero per Nina i suoi fedeli amici, le lettere che il Rebizzo le scrìsse post mortem, documentano l'altezza morale della donna che amò Cavour e fanno pensare che, anche se gli fosse rimasta vicina, non lo avrebbe ostacolato nell'opera meravigliosa che il suo genio doveva compiere, genio che Nina aveva divinato fin dai lontani giorni nei quali egli vestiva la divisa dell'esercito sardo.
EMILIA MORELLI
NICCOLO TOMMASEO, Cronichetta del Sessantasei, a cura di RAFFAELE CIAMPINI; Torino, Einaudi-1939 XVII, in 8, p. 214. L. 15.
Il manoscritto della Cronichetta che vede ora per la prima volta hi luce è formato da 183 foglietti, nei quali manca qualsiasi indicazione di titolo, e dove sono soltanto segnate alcune date. Il manoscritto che è nella Nazionale di Firenze non è naturalmente di mano del Tommaseo, ma è una sua dettatura; e non è nato dalla sua precisa volontà di scrivere un trattato qualsiasi o un qualsiasi capitolo di storia, ma è un suo com­mento di fatti, una divagazione su avvenimenti, una rievocazione di suoi ricordi personali.
Raffaele Ciampini prepara il lettore alla comprensione di questa Cronichetta mediante una dotta ed umanissima Prefazione di settanta pagine le quali potrebbero chiamarsi semplicemente biografiche quando però si intenda per biografia la presen­tazione efficacissima di un'anima con le sue idealità, i suoi contrasti, i suoi sogni ed i suoi crucci, anche i piò gravi ed i piò aspri.
Probabilmente senza questa geniale presentazione che narra del Tommaseo dal 1849 alla morte, anche un lettore non ignaro della personalità del Tommaseo stesso, potrebbe sentirai un poco disorientato davanti a certe pagine della Cronichetta; e ciò non tanto per intendere i fatti ohe vi sono narrati, o le allusioni, o i molti si dice, quanto piuttosto per conservare al suo autore quell'alta considerazione alla quale ha pur sempre diritto*