Rassegna storica del Risorgimento
EMIGRAZIONE POLITICA
anno
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1940
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pagina
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1052
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1052 Libri e periodici
Non è possibile difatti rimanere indifferenti quando si ascolta Niccolò Tommaseo in quel suo amaro denunziale e sarcastico condannare a proposito di uomini e dì avvenimenti che la storia pone al di sopra di ogni contumelia, e contro i quali la Cronichetla usa invece espressioni in coi manca, in ogni caso, il senso della carità efors'anche della dignità. Era proprio necessario che una bella introduzione ci preparasse l'animo a questi ingrati incontri; e il Ciampini ha assolto questo compito col sussidio di una dottrina profonda e serena, e con giusta e ponderata simpatia verso il suo soggetto.
Pertanto si finisce con l'aderire alla tesi del prefattore che non mira ad assoluzioni, ma cornee giusto a comprensione, e fa, a questo fine, uno studio fervidissimo dell'animo agitato del grande Dalmata, e rievoca episodi e vicende che hanno suscitato lotte e tormenti e tribolazioni, e perciò quelle asprezze di culla Cronicketta office testimonianze anche troppo eloquenti e numerose.
Tuttavia una considerazione si affaccia insistente, quando la lettura del documento è finita o quando ci si trova di fronte a certe scottanti pagine dove l'espressione sembra acquistare anche la forma del pettegolezzo. E tale considerazione non riguarda tanto il Tommaseo, quanto piuttosto quegli uomini grandi contro i quali egli infierisce, e quei tempi che videro tuttavia così grande miracolo di rinascita; uomini e tempi a cui vanno pertanto congiunte tante miserie, giacché talune miserie rimangono in parte accertate, anche quando si prenda la Cronicketta come una testimonianza priva di serenità, e povera di obbiettività.
E allora che giova il conoscere tanta ombra, quando alla storia si deve piuttosto chiedere tanta luce?
Ma anche noi condividiamo il parere del Ciampini: la Cronicketta doveva essere pubblicata e doveva essere conosciuta. Essa è proprio un documento per la storia; un tipico documento che va esaminato ed usato con grande precauzione, che va guardato con fine intendimento e con grandissima serenità e con quel profondo senso umano che aiuta a comprendere, a compatire, e a fare poi della storia non già una retorica ditirambica narrazione, ma il vero racconto della vita.
Noi siamo pertanto convinti che codesto vivacissimo e tremendo documento, questo j'accuse che il Dalmata ha recitato con se stesso, nel buio e nella tristezza, accogliendo anche le voci malevole, rievocando tutti i suoi ricordi più amari, facendosi anzi quasi avvelenare da essi, non farà scendere i personaggi colpiti dal posto che essi hanno conquistato, né modificherà l'opinione che noi ci siamo formata di taluni accadimenti. Siamo certi che cambiamenti in tal senso non avranno luogo; e però questa Cronicketta., con le sue esagerazioni, le sue malignità, contribuisce ad avvicinarci di più. a quegli uomini e a quei fatti, rivelandoci qualcosa di più intimo, di più triste, di più doloroso e quindi di più umano.
E delle tristezze e dei dolori, intesi in questo significato umano deve pur tener conto e dare testimonianza la vera, la grande storia. p ~
STEFANO I ACINI, La crisi religiosa del Risorgimento: La politica ecclesiastica italiana da Villafranca a Porta Pia; Bari, Laterza, 1938,1 voi. in 16, pp. 517.
Notando col Croce che la vera storia dell'umanità si riduce alla sua storia morale, etica politica, in altre parole alla sua storia religiosa, lo Iacini si è proposto di studiare la crisi religiosa del nostro Risorgimento, la quale si manifestò soprattutto in occasione della legislazione ecclesiastica del decennio 186070, poiché in quel decennio anche le credenze e le idee religiose si trovarono faccia a faccia coi problemi concreti e quindi furono costrette a rivelarsi e precisarsi. Artificioso a prima vista appare il tentativo di limitare a quel decennio il vasto dramma spirituale del Risorgimento che riempì di se stesso quasi tutto il sec. XIX. Ma avverte l'A. ci è parso che il prescelto fòsso il periodo critico, in cui molte correnti sotterranee affiorano, molte combinazioni precipitano, e il moto delle idee a volta a volta incalzato dai fatti e incalzante i fatti,