Rassegna storica del Risorgimento

EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <1054>
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1054 Libri e periodici
Il nono volume, che ora la R. Deputazione Subalpina di Storia Patria aggiunge agli altri, conducendo cosi l'opera ad un prossimo termine, comprende 488 documenti che vanno dal n. 3483 al n. 3970: copioso epistolario di misfdve e responsive, con .grande prevalenza di quest'ultime. Le date a quo e ad quem di questo carteggio sono il 12 luglio 1873 eli 31 dicembre 1877, e comprendono pertanto quattro anni e mezzo di corrispondenza.
I nomi dei corrispondenti sono, come è naturale, nella quasi totalità, gli stessi del carteggio che immediatamente precede, e fra essi ricordiamolo ancora una volta figurano nomi di personalità che ebbero posizione elevatissima nella vita politica di quel tempo, quali Marco Minghetti, Quintino Sella, Maurizio Bufalini, Ubaldino Peruzzi, Ruggero Bonghi, Vittorio Bersezio, Emilio Visconti Venosta e Spaventa, per tacere di altri.
Ma non è da un esame scheletrico del volume che se ne può desumere il pregio. invece la minuta cognizione di ogni lettera che ci rende partecipi a quella vita di allora, e ce ne rivela il colore in tutte le sue sfumature.
Questo volume, come ci indicano le prime date con cui si inizia, ci fa incontrare Giovanni Lanza nel momento in cni, dopo quattro anni di logoranti e nobilissime fatiche di governo, lascia il Ministero da lui presieduto per cercare un poco di riposo. Egli è affranto, come esplicitamente dichiara; e lo persegue inoltre il mal d'occhi, e poi lo colgono le febbri. In quelle condizioni dovrebbe recar aiuto, almeno di consi­glio, al ministero Minghetti che è succeduto al suo, e che lascia in breve il campo alle nuove elezioni politiche.
La corrispondenza verte ora (estate-autunno 1874), sul fatto elettorale, e sui molti episodi che lo caratterizzano. Accanto a lettere di amici ed ammiratori sinceri e fedeli, quale, per esempio, l'amicissimo Malenchini, troviamo lettere di procaccia­tori di collegi elettorali, e persino un paio di lettere di un certo avvocato Balestra, non sappiamo se più. franche o più sfacciate (docc n. 3642 e 3663).
Colpito dalla volubilità e dall'ingratitudine dei suoi elettori di Vignale, troppo piccoli e campanilistici di fronte al Lanza, questi viene eletto trionfalmennte nel 2 collegio di Torino; e durante quella lotta, come nella vittoria che consegue, la docu­mentazione lo fa vivere vicino a noi, in quella sua austerità che è legge della sua con­dotta in ogni momento, in quella sua dirittura che gli guadagna da parte di taluno i 1 titolo di Catone piemontese e che fa rimanere noi, oggi, sorpresi e commossi, e per dirla con Dante meravigliati quanto vuol cosa che non fu più mai {Purg.H XIV, 15).
Naturalmente un epistolario pubblicato, come questo, nella sua integrità lascia luogo anche a qualche minuscola notizia, ma non priva d'interesse, a qualche voce petulante, ma appunto per questo più viva, e a qualche ripetizione di cose. Notiamo ancne la ripetizione di un documento, con piccola variante per la data (n. 3666 e 3737).
Rilievi particolari si possono poi trarre dall'epistolario per meglio intendere la crisi della Destra: crisi che già si delinea chiaramente sin dal 1875, e sulla quale non stende veli, ma piuttosto getta ripetuti ed eloquenti allarmi Io stesso Lanza, come si rileva in particolare da sue lettere segnate coi numeri 3806, 3873, 3388 e 3932.
Le nuove elezioni che si svolgono alla fine del 1876 valgono a rivelare ancor meglio il travaglio senile di quella Destra gloriosa che aveva così alti meriti nella for­mazione dell'unità della patria; e chi segua le lettere di quél periodo è condotto anche a intravedere metodi nuovi di lotta politica tutt'altro che lodevoli: metodi che hanno un loro caratteristico episodio nei tentativo del Nicotera di denigrare il Lanza con la pubblicazione di una lettera già scritta da questi al Bonghi, e tutt'altro che adatta, per il contenuto e per lo spirito, a gettar ombre sopra un galantuomo come Giovanni Lanza medesimo.
Questo episodio polemico richiama alla memoria il più grave incidente occorso noi, e cioè alla fino del 1876, e che ebbe un clamoroso strascico giudiziario in principio del seguente anno. Difatti, inseguito ad un articolo diffamatorio apparso nella Gazzella