Rassegna storica del Risorgimento

NARDI ANACARSI ; NARDI BIAGIO
anno <1917>   pagina <320>
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Ganevaezi
aere ducale, .e della Luigia Amici, nacque in Modena il 28 maggio 1806, sotto la chiesa di San Francesco e prese il nome di una sorellina morta pochi giorni avanti, così che quando Anacarsi la conobbe essa era diciannovenne e lui, studente ancora, contava 23 anni. Un fratello, Giuseppe, medico, mori nel 1872.
L'amore sviscerato dei due giovani trovava forte e reciproca oppo­sizione da parte delle due famiglie, e Anacarsi cercava ogni via per lavorare, per distinguersi, per raggiungere lo stato che gli avesse permesso di far sua la donna che amava.
La relazione durava quando - lo dice il Nardi stesso - il 3 feb­braio 1831 venne a rovesciare tutte le speranze concepite.....
Può solo immaginarsi lo strazio che dovette lacerare l'animo dei due, quando per le contingenze della rivoluzione Anacarsi fu costretto a prendere la via dell'esilio insieme con lo zio....
Rimasta nel dolore, probabilmente la salute della Coppelli risenti della scossa provata alla separazione, e un'angustia continua, pro­mossa da attriti colla famiglia di lui e da voci che le giungevano sulla poca fedeltà di Anacarsi, dovette minarne a poco a poco la vita ancor giovane, tanto che per semi-paralisi la Coppelli morì il 9 feb­braio 1838 a 32 anni soltanto e venne sepolta nel cimitero suburbano di San Faustino.
Che il Nardi lontano dalla sua Maria Teresa nutrisse poi sempre per lei l'affetto di un tempo, non possiamo dirlo, perchè dalle lettere di Biagio Nardi, pubblicate dallo Sforza, risulta che il giovane non si comportava come lo zio, nomo moralmente rigido e timorato, avrebbe voluto, poiché fra l'altro viveva con. molta, troppa intimità con la contessa Broglio GraMski, della quale fu poi agente ed ammini­stratore.
La corrispondenza fra Anacarsi e Teresa certo durò,, perch è Bia­gio si doleva, scrivendo al figlio Emilio, che la Coppelli fosse tenuta a bada e lusingata e che essa mormorasse acremente della famiglia, come quella che, seoondo lei, seguitava ad ostacolare l'amore suo; nelle lettere del '34 e del '35 Biagio non accenna più alla Coppelli, la qua! cosa può lasciar pensare che la relazione venisse troncata, o, piuttosto, che proseguisse con disinteresse completo da pai-te dello zio.
Vero è però che nelle lettere sue Biagio appare uomo poco accon­discendente, poco compatibile col carattere forse un tantino leggero, volubile di Anacarsi, che dopo tutto conduceva una vita alquanto spensierata, avventurosa si, ma non deplorevole, e alla perfine uguale a quella di tutti gli altri, giovani profughi, che negli svaghi trova­vano modo di sopportare la tristezza dell'esilio. Nessuna attenuante era capace trovare la morale esemplare di Biagio Nardi per il con-