Rassegna storica del Risorgimento

RIMINI ; MOTI 1831
anno <1917>   pagina <335>
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La Hwlusfone di Rimini nel Ì831 385
Lamie faceva dichiarare che la Francia sosteneva il principio dei non intervento, che voleva la pace, ma rispettati} diritti dei popoli, per eui non sarebbe indietreggiata di fronte alla guèrra.
I liberali nostri, ricordando che a Francesco IV, duca di Modena, già da tempo s'era pensato per farne un re d'Italia, divulgarono la voce dìostituire dell'Italia centrale, e in parte della settentrionale, uno Stato Indipendente per lui. Giro Menotti ed Enrico Mislej entrarono in sicuri: rapporti con Francesco IV, senza però che accordi formali fossero stretti fra di loro, sebbene il primo nell'ottobre del 1830 avesse ricevuti incoraggiamenti dal Duca, per il prossimo moto rivoluzionario.
Ma quando venne il momento d'agire, Francesco IV si accorse di correre un'avventura troppo pericolosa e nella notte del 3 febbraio 1831 assaltava la casa di Menotti. Il resto è noto.
II 4 Bologna fu in fermento, il 5: il Duca scappò a Mantova e la rivoluzione, come una patria festa, corse giù per la Romagna, per l'Umbria, sino a Roma.
hi Miami ne giunse l'annunzio nella notte dal 5 al 6 febbraio, jfe precisamente alle ore tre, d-una staffetta proveniente da Bologna al conte Ruffo il quale, avvertiti del fatto, Giuseppe Baldini, ' Ottavio Bottoni, e Gio Batta Amati, chiamò di buon mattino il gonfaloniere Filippo Battaglili! alla resistenza municipale.8 Questi, fervente sud­dito pontificio e alieno da qualsiasi movimento che tentasse di sov­vertire quello che, con ironia, era chiamato Vordine nello Stato papale, rimase titubante di rimanere in carica ; ma avendo per intima per­suasione, (cosi egli scriverà piti tardi al cardinale Oppizzoni), ch'era mio dovere l'impedire per quanto poteva da me dipendere l'effusione del sangue tra i cittadini, credetti di non poter dimettere l'ufficio in quei momento, giacché mi si assicurò che la mia presenza avrebbe tolti gli orrori sovrapposti .
11 solo dubbio ch'io potessi influire alla tranquillità della mia patria mi fece una legge ìM rimanere al posto dichiarando però ch'io non M sarei prestato ad alti in opposizione alla mia coscienza e ri­mettendomi alle braccia della divina Misericordia scrulatrice dei cuori, ma volendo altri probi soggetti al mio fianco per elidere in parte il corso violento delle cose . "
Gli avvenimenti successivi Rimostreranno che gli orrori ai quali
i la casa Baldini furono diretta i primi movimenti della rivoluzione; 0. VnvtA, Alesandro Baldini, pag. 2
GIAHOI, Memoriti. Pafr/t;, iRt, 1.
8 Lettera dei gonfi Filippo Battagliai, al card. Oppiesonì, legato a Mere a Bologna (1 aprile 1831), in Àrchìè, Com. in Gambalunga, Tii XXV, Ufifcd.