Rassegna storica del Risorgimento

RIMINI ; MOTI 1831
anno <1917>   pagina <339>
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La rivoluzione di Mùnini nel 1831 339
1/8 febbraio era organizzata la guardia nazionale, la quale si ra­dunò in piazza Fontana al suono della banda ; e un giovane prete, certo Don Splendori di Pesaro, pronunciò un fervorino eccitante la tranquillità, la pace fraterna, la dipendenza ai magistrati, l'osser­vanza alla religione, e l'amore ed attaccamento al buon governo li­berale, perdonando le passate offese , ai qual punto chiese al popolo se era disposto a perdonare ai suoi nemici ; gli fu risposto di si, con molte grida di gioia ; e allora parte della guardia nazionale si recò alle carceri a liberare i tre prigionieri del giorno innanzi, i quali credendo di essere processati furono presi da un tremito tale da essere incapaci d'articolare parola. F. Boni, finalmente, implorò misericordia ricordando i suoi figliuoli ; ma, rassicurati dai militi, che eran venuti per liberarli, ripresero coraggio e uscirono coi liberatori, Beltramelli fu mandato a casa e gli furono perdonati i suoi falli. ' Gli altri due vennero condotti in piazza Fontana dove, alla presenza di molto po­polo, giurarono fedeltà ed obbedienza al nuovo governo e furon loro pubblicamente perdonate le colpe, e baciati ed abbracciati,2 La ceri­monia degna di eterna memoria fu chiusa con poche parole allu­sive dello stesso predicatore e fra le acclamazioni generali si inviarono i militi colla bandiera e banda ad una passeggiata fino all'arco d'Au­gusto, con molto concorso di popolo.8 Il Comitato in segno di giu­bilo ordinava di illuminare tutta la città.4
Cominciava, intanto, a farsi sentire imperioso il bisogno di da­naro e di armi ; all'uopo venivano mandati a Forlì il marchese Pie­tro Belmonte Cima e l'avv. Spina che ritornavano il giorno dopo senza aver nulla ottenuto; ma con un rimprovero ai cittadini di Ri­mini di divertirsi troppo senza pensare alla difesa della patria. *
1 li. Beltramelli, come sappiamo, era stato sospeso dall' impiego per mala condotta ed ubasi dolosi in. molte operazioni GIANGI, Cronaca, 1* gennaio 1830. X Gap. I.
Costoro erano spie che, por guadagnare il prezzo inlame assegnato dal Governo ai delatori dei settari* avevano accusato falsamente quegli stessi che dal Rivarola erano stati fatti arrestare in Ri mini. ("V. cap. I).
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4 Protocollo, cit. 8 febbraio. Il GIANCB, 4, a tal proposito ricorda, che certo-< Gaetano Gioia, forse tocco dalla magnanimità, do' virtuosi liberali ohe pubblica­mente perdonano ai loro accaniti avversari, avendo da più anni ooncepita avver­sione, per motivi di professione, contro il sig. G. B. Urbani e Marco Oapizuechi, (tutti tre pittori : i primi duo per genio, il terzo per professione) si recò alla casa di essi e. abbracciandoli: con effusione d'amicizia, die loro il bacio di pace >.
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