Rassegna storica del Risorgimento

SPIELBERG
anno <1940>   pagina <907>
immagine non disponibile

Protocolli (Vingrasso allo Spielberg 907
saputo tutte le... intraprese del Manfredini ammette, come abbiamo veduto, nel suo interrogatorio, ma non aggiunge che le riferi al Sai voti i : anzi, fa risalire alla sua amicizia col Dilettore delle Poste l'origine delle sue sventure.
, Esaminando particolarmente i due protocolli, è notevole l'accenno alla fuga in Francia del Manfredini al tempo della calata in Italia degli Austro-Russi del Suwa-rov (II coalizione, 1799), allorché molti fautori del regime repubblicano primo Vincenzo Monti si sottrassero con l'esilio alla reazione: esilio, da cui doveva sal­varli la vittoria di Marengo. Riconosciuto Governo dice esattamente il Manfredini quello della Cisalpina, in quanto l'Austria l'aveva effettivamente riconosciuta con i preliminari di Lcoben prima (18 aprile 1797) e quindi nella susseguente pace di Cam-poforario (17 ottobre). La Reggenza di Milano a cui poco più avanti egli accenna è quella nominata il 21 aprile 1814 dal Consiglio Comunale dopo la strage del Primi, presieduta dal conte Carlo Verri e formata dal conte Giberto Borromeo, del conte Alberto Litta. del conte Giorgio Giulini, del barone Giovanni Bazzotta, del conte Gia­como Mellerio e del generale Domenico Pino: Reggenza di cui il 25 maggio si proclamò presidente il Maresciallo Bellegarde, prima di procedere, il 12 giugno, all'annessione pura e semplice della Lombardia all' Impero austriaco. Quanto poi alla società segreta costituitasi nel Ducato di Parma, è quella la cui esistenza fu rivelata a Maria Luigia da Francesco IV di Modena il 7 aprile 1822, onde ne seguirono i processi parmensi contro taluni cospiratori, parte dei quali il Governo austriaco volle tradotti a Milano contro la vana opposizione della Duchessa perchè fossero sentiti dalla Commis­sione Speciale di I Istanza in merito ai rapporti che i liberali di Parma mantene­vano con quelli del LombardoVeneto. I cinque settari che il Manfredini ricorda son tutti ben noti: Antonio Bacchi* capitano nel reggimento Maria Luigia, sfuggì alla cattura riparando in Francia; contro di lui il tribunale straordinario costituito a Parma, contro i liberali pronunciava condanna contumaciale a dieci anni di reclu­sione. Ambrogio Berchet, di semplice fante negli eserciti napoleonici salito a mag­giore del reggimento Maria Luigia, fu arrestato e il,25 settembre 1823 condannato a dieci anni di reclusione che in parte scontò nel forte di Compiano. Graziato più tardi, si trasferì in Inghilterra, donde tornò per combattere la prima, guerra di indi­pendenza. Mori nel 1864 maggior generale dell'esercito italiano. Sante Marchi e Giu­seppe Grimaldi, entrambi ricevitori del controllo e sindaci della Podesteria di Gua­stalla, la sentenza pronunciata contro il Berchet condannava rispettivamente a dieci anni di reclusione e a dieci di relegazione, ma la Duchessa commutava nella reclu­sione anche la relegazione del Grimaldi,' salvo a comprendere più tardi ambedue nei provvedimenti di indulto dell'agosto 1825. Quanto poi a Giuseppe Micali, cui abbiamo anche poc'anzi accennato per la manifestazione extragiudiziale da lui vergata dopo il suo arresto, ma che non volle poi confermare in processo per non apparire delatore dei coinquisiti, fu condannato a morte con sentenza del 21 aprile 1823 ribadita :dall'Appello il 20 maggio e commutata da Maria Luigia in vent'anni di detenzione, ridotti successivamente a dieci che egli terminò di scontare nel castello di Compiano. Mori a Zi bei lo nel 1848, dopo avor condotto vita ritiratìssima, dedita agli studi.]) .Nel protocollo dell' Albertini è notevole l'accenno ai Comizi di Lione, convo­cati dal Bonaparte per approvare gli statuti non già del Regno Italico, come erronea­mente detta il prigioniero, sibbene della Repubblica italiana: in Regno la Repubblica
D CASA EMILIO, / Carbonari parmigiani e guastallesi cospiratori nel 1821 e la Duchessa Maria Luigia imperiale, Parma, Roari-Ubaldi, 1904, passim.