Rassegna storica del Risorgimento

SPIELBERG
anno <1940>   pagina <910>
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Renzo U. Montini
sopra dì me, io lo sopporterò con la rassegnazione, e la calma di chi sa di averlo meritato, assicurando però che per grande ch'egli sia non giungerà mai a pareggiare il duolo che m'ispira il sentimento della perduta Sovrana grazia, e confidenza, ed il peso crudele de* rimorsi, che inseparabile m'accompagnerà al sepolcro. Tale sapplica fu causa non ultima della deliberazione presali 16 luglio 1823 dalla Commissione Speciale di I Istanza su suggerimento del Salvntti, di troncare il corso a ulteriori investigazioni . Provve­dimento, per altro, che fu verisimilmente ispirato non già a sentimenti di clemenza come poi si vanterà l'Inquirente nella sua Lettera apologetica a Cristoforo Negri , sibbene all'opportunità politica di nascondere all'opinione pubblica europea la diffu­sione che le idee liberali avevano preso in Lombardia e di far risorgere la fama paterna del regime absburgico, notevolmente compromessa dall'ondata di terrore che i processi é le condanne avevano determinato nel LombardoVeneto.
Condannato a morte il 16 dicembre 1823, il conte Ducco ebbe commutata tal pena nella detenzione per la durata di quattro anni nel castello di Lubiana, donde fu trasfe­rito secondo abbiamo detto allo Spielberg nel 1826, per esserne quindi dimesso dopo circa un anno, 1' 8 dicembre 1827. *)
Protocollo del tutto anodino, quello del Ducco non porta nessun lume speciale alla sua vita ed al ano processo. Pietro Ducco, fratello dell'inquisito, era un austria­cante della più bell'acqua e fu anche podestà di Brescia, ligio alle autorità imperiai regie. ,
V.
PROTOCOLLO BEL è AGOSTO 1826 REDATTO IN PRESENZA DEL PRIGIONIERO DELLO SPIELBERG QUI SOTTO NOMINATO (Antonio Dossi)
IN SEGUITO AD ALTO ORDINE PRESIDIALE
Mi chiamo Antonio Dossi, nativo di Brescia, cattolico, di anni 30, celibe, possident e, dimorante in Brescia. A quanto io sappia, i miei genitori, Alessandro e Margherita, sono tuttora viventi e dimoranti in Brescia, come pure i miei due fratelli Carlo e Michele e quattro sorelle, Giulia, Angela, Teresa e Zafra conviventi in famiglia. Inoltre ho due sii ed una zia da parte di madre, di cognome Vergine, nonché un fratello di mio padre che dimora a Legno (oggi Ponte di Legno) non lontano da Brescia. Ricevetti la mia prima educazione in famiglia, in seno alla quale ho pure compiuto i miei studi inferiori. Successivamente, in età di 17 anni, mi recai a studiare legge a Bologna e, tornato dopo tre anni a Brescia, iniziai pratica forense presso il locale Tribunale d'Appello. Quando questo, nn anno e messo più tardi, venne soppresso, lasciai Vesercizio della giurisprudenza e mio padre si valse dell'opera mia per V'amministrazione del patrimonio domestico, nelle quali cure perdurai sino al 13 ottobre 1822, data del mio arresto. Anto i Doasi m D
TI protocollo, letto a voce alta e fatto firmare dal deponente fu quindi chiuso come 'sopra
Muth. (trad. dal tedesco) J. Hartmann* attuario.
A.
Antonio Dossi, denunziato dal conte Ducco, venne tratto in arresto insieme con il padre Alessandro: il primo fu condannato a morte e il secondo alla detenzione perpetua dalla Commissione di I Istanza, che in una successiva adunanza decideva per altro di
0 Per il Ducco, il Martinengo e il Dossi ci rimandiamo alla bibliografia del pro­cesso bresciano e dei suoi Martiri ampiamente prodotta dal SOUTRO nelle note del citato suo studio Le memorie defensionali di Silvio Moretti. Per il foglio matricolare del Ducco v. ZAMBONI, op. cit., p. 206.