Rassegna storica del Risorgimento

SPIELBERG
anno <1940>   pagina <911>
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Protocolli d'ingresso allo Spielberg 911
raccomandare Puno alla sovrana clemenza (Antonio) e l'altro (Alessandro) alla grazio sovrana per la sua scarsa reità: infatti Alessandro Dossi venne prosciolto e il figlio dannato nel capo dal Senato di Verona, mentre il 26 aprile 1824 Francesco I commutava la severissima condanna a triennale detenzione a Lubiana. J) Trasferito anch'egli allo Spielberg, vi esauriva la pena il 30 marzo 1327. Esiste nel Museo dello Spielberg una supplica nella quale Alessandro Dossi invocava il 14 novembre 1826* l'anticipata libe­razione del figlio e rimetteva al Governatore della Moravia la somma di quaranta zec­chini d'oro da servire ad Antonio durante il viaggio di ritorno in Italia. A titolo di curiosità ne trascriviamo l'ampollosissimo indirizzo, in cui tutti i titoli del destinatario sono fedelmente ricopiati dall'annuario di Corte: A Sua Eccellenza il Signor Conte A ntonio Federico Mittrowsky di Nemischt, Signore di Morawetz, e Mittrow di Hrabin e Smolka, I. R. Consigliere intimo attuale Ciambellano Capitano e Direttore degli Stati di Moravia ec. ec. ec. ec. .
VI.
PROTOCOLLO DEL 4 AGOSTO 1826 REDATTO TN PRESENZA DEL PRIGIONIERO
DELLO SPIELBERG QUI SOTTO NOMINATO (Vincenzo Martinéngo)
IN SEGUITO AD ALTO ORDINE PRESIDIALE
Mi chiamo Vincenzo Martinéngo, sono nato a Brescia, ho 55 anni, sono cattolico, celibe, domiciliato a Brescia, dove possiedo dei terreni. Ho tre fratelli e una sorella. Di essi, il primo si chiama Giovanni Estore (Estor nel testo tedesco: forse Ettore oppure Astone) e dimora a Brescia; il secondo Giuseppe e il terzo Pietro, anch'egli residente in Brescia al pari del primo. La sorella di nome Lucrezia aveva sposato certo Loschi, ma ora è vedova.
Fino alfetà di 8 anni rimasi in casa dei miei genitori e ricevetti l'educazione che con* viene ai fanciulli del mio rango. All'età di 8 anni fui posto in collegio a Siena, dove rimasi dieci anni per far quindi ritorno nella paterna casa di Brescia. Da allora sino all'anno 1805 amministrai le terre di comune proprietà mia e della mia famiglia. In quell'anno il patri­monio venne diviso ed io continuai ad amministrare la parte toccatami fino al momento in cui fui arrestato, nella notte del 13 ottobre 1822.
Vincenzo Martinéngo m. p.
Il protocollo letto ad alta voce al deponente, fu da lui firmato e chiuso come sopra
Muth. {trad. dal tedesco) J. Hartmann, attuario.
H conte Vincenzo Martinéngo Colleoni e s'è visto con quale fierezza egli accenni nel protocollo al suo rango da cui non ammetteva certo di esser decaduto non ostante che la condanna subita comportasse la perdita del titolo nobiliarefu anch'egli coinvolto nelle funeste deposizioni del Ducco e, condannato come tutti i coinquisiti a morte, ebbe anch'egli commutato il giudizio capitale in tre anni di carcere duro a Lu­biana. Da Lubiana trasferito allo Spielberg, vi rimase sino ad esaurimento della pena (30 marzo 1827). È doveroso ricordare che se, in un primo tempo, egli accusò di correità Silvio Moretti, quando il Salvotti ricorse alla finzione giuridica di riaprire il processo co ntro l'eroico colonnello soltanto dopo l'avvenuta condanna degli altri imputati, in modo da poterli escutere come testimoni invece che come coinquiaiti, ritirò in parte le precedenti deposizioni nell'intento generoso di salvare il Moretti: purtroppo, il nobile
i) per il foglio matricolare del Dossi, v. ZANIBONI, op. cit., p. 202.