Rassegna storica del Risorgimento
SPIELBERG
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1940
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Renzo U. Montini
tentativo nel quale il Martinengo ebbe a compagno Pietro Pavia riuscì frustraneo per la fatale debolezza del Ducco e dei due Dossi, dato che per formare una prova legale delle convinzioni dell'imputato il Codice austriaco riteneva sufficiente la deposizione di due correi dopo che fosse loro intimata la condannatoria sentenza (art. 410). *)
VII.
PROTOCOLLO DEI. 4 AGOSTO 1826 REDATTO IN PRESENZA DEL PRIGIONIERO DELLO SPIELBERG QUI SOTTO NOMINATO (Antonio Magotti) IN SEGUITO
AD ALTO ORDINE PRESIDIALE
Mi adamo Antonio Magoni, sono nativo di Savìóta nel Mantovano, cattolico, di anni 46, coniugato con Teresa Ciambi dimorante con i suoi cinque figliuoli in Mantova, dove io pure risiedevo allorché fui tratto in arresto. I miei figli si chiamano Giulio, Carlo, Cristoforo, Giuseppe e Luciano. Fino alVetà di 7 anni rimasi in casa dei miei genitori che erano piccoli possidenti a Saviola. Successivamente mi trasferii a Mantova e vi compii ì mici studi sino all'età di 16 anni. Avendo terminato lo studio della filosofia (= liceo), tornai a casa, dove mi occupai delV'amministrazione del patrimonio domestico e non molto dopo presi moglie.
Siccome lo stato delle mie sostanze era nel frattempo peggiorato, fili costretto a vendere gran parte delle mie terre e mi trasferii a Mantova, dove trovai da occuparmi come scrivano presso un notaio, con il quale rimasi dal 1815 sino alla data del mio arresto, avvenuto il 7 lugli* 1822. Antonio Magotti m. p.
Il protocollo, letto ad alta voce al deponente, fu da lui firmato e chiuso come sopra
Muth. (trad. dal tedesco) J- Hartmann, attuario.
Antonio Magotti, nato in una piccola frazione del comune di Pomponesco presso Mantova, fu coinvolto nel gran processo dei Federati per le stesse denunzie a cui abbiamo accennato parlando del Manfredini e deU'Amertini, con i quali forma la terna dei Federati mantovani soggetti a condanna insieme con quelli milanesi e bresciani. Affiliato alla Massoneria nel 1816 e quattro anni dopo alla Società dei Sublimi Maestri Perfetti} seguì la sorte dei coinquisiti del gruppo bresciano e il 16 dicembre 1823 fu dal Senato di Verona condannato a morte. Commutatagli tale pena nella triennale detenzione a Lubiana, passò anch'cgli allo Spielberg nel 1826, per uscirne al pari del Dossi e del Martinengo il 30 marzo 1837. Tornato a Mantova, vi morì più che ottantenne nel 1866 senza il conforto di veder libera la sua patria dalla dominazione austriaca.2)
In aggiunta a questi protocolli crediamo interessante riprodurre, se non altro a prova dei sistemi carcerari absburgici, un curioso documento esistente anch'esso nel Museo dello Spielberg: uno specchio delle punizioni comminate al Ducco, al Martinengo, al Dossi e al Magotti durante la loro permanenza nel castello di Lubiana per infrazioni al regolamento della prigione; specchio che le autorità di Lubiana rimisero a quelle di Brunn all'atto del trasferimento dei quattro prigionieri dall'uno all'altro penitenziario.
i) Per il foglio matricolare del Martinengo, v. ZAMBONI op, cit., p. 200. 2) Sul Magotti, cfr. MONTINI, op. cit., p. 100 e ZANIBONI, op. cit., p. 204.