Rassegna storica del Risorgimento

BARBETTI EUSEBIO ; BARBETTI RUBICONDO
anno <1940>   pagina <918>
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Giovanni Maiali
del Barbetta. il dramma di lui e dei compagni non potrebbero risaltare più chiari e nitidi, come non potrebbe meglio emergere la figura del losco e tristo delatore: Anselmo Carpi, già condannato da testìmonanze così concordi e così ineccepibili.l)
* * *
H mattino del 14 agosto 1848, alle 8 antimeridiane, senza imprecare, senza un gemito che potesse tradire la nerezza dell'anima, Eusebio Barbetta moriva tra le braccia del suo amato fratello Rubicondo, il quale, sulla poca terra racchiudente la cara spoglia, pose una pietra, con la seguente epigrafe:
Eusebio Barbati
N. in Italia il 14 luglio 1816
M. in Francia italiano
il 14 agosto 1848.
Tali alcuni lineamenti nuovi di quell'ardente Romagnolo, che parve assommare in sé le più elette virtù della nostra stirpe, generosa e forte; di queir Eusebio Barbetta, che, logorato dai patimenti e dal carcere, ai spense, a soli 32 anni, in terra non italiana, egli, rimasto sempre italiano, e ancor oggi esempio ed ammonimento, che la Patria si conquista e non si rinnega mai.
GIOVANNI MAIOLI
APPENDICE
NOVE UBTTEBE DI EUSEBIO BARBETTE
Roma 13 Dicembre 1844. Carissima Madre,
Sono giunto qui ieri sano e salvo dopo 19 giorni di viaggio. Mia somma consolazione è quella di essere stato messo di larga 2) appena arrivato, per cui posso liberamente scri­vervi due volte al mese, ed anche più se voglio. Mi occorrerebbe denaro sufficiente per farmi una giacchetta ed un paio di calzoni di calmucco, se però aveste in casa questa roba già pronta, e molto non costasse mandarmela per Ut diligenza, fatelo se credete. Nulla so ancora della mìa causa, e molte altre cose mi tengono occupata la mente, ma niuna mi tor­menta così* come il desiderio di vedere i vostri caratteri. Voglio un addio da tutti, e finché non ho avuto questa consolazione siate certi che io manco delVanima e non sono più che un'ombra d'uomo. Ricevuta questa sospirata leu. risponderò sotto il suo nome alla Posta. È inutile Mio vi dica come si sta in carcere; vi dirò solo, che danno tali vestiti che l'uomo d'onore e di qualche educazione preferisce di stare ignudo, difatti io sono ancora coi panni d'estate e con questi mi sono trovato tra la neve, e tra bufere orribili, ma sempre forte e indifferente ai colpi della sfortuna. Non vi posso dir altro per oggi, ma in quest'altra leggerete assai di più. Mi vi raccomando, e vi abbraccio tutti ardentemente
Il vostro Eusebio. P. S. Sono in compagnia dei cugini Serpieri 3) di Rimini, egregia gente.
1) Cfr. A. M. GHISALBERTI, Un Figuro del Risorgimento: Anselmo Carpi, in Uomini 6 cose del Risorgimento, Roma, Cremonese, 1936, p. 161.
2) di larga vuol dire in carcere non più sotto continua e rigorosissima sorve­glianza, come nel tempo precedente,
a) Enrico Serpieri, di Rimini. Mori a Cagliari Ì'8 novembre 1872, dopo esser stato Consigliere comunale e Presidente della Camera di Commercio di Cagliari stessa. La