Rassegna storica del Risorgimento

BARBETTI EUSEBIO ; BARBETTI RUBICONDO
anno <1940>   pagina <920>
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Giovanni Maioli
mese. Tutti gli altri beni di cui mi è larga la fortuna in questo paese, li avrei lutti rinunciati di cuore.
Ma parliamo d'altro: Qui è corsa voce di alcuni romori nati nelle provincie nostre per una certa lega che sembra essersi ordita contro la guardia cittadina di Bologna. *) Abbiate sempre in mente voi tutti di non immischiarvi in niente e di fuggire, tosto che conosceste poter correre il minimo pericolo. Ricordatevi che compromettendovi in cose par­ziali, quando lo richiedesse il dovere di buon patriota, sarebbe il più grande dolore che poteste recarci. Imparate di conoscere il mondo, studiatela, e vi sia, utile e chiaro esempio quello che io e Rubicondo abbiamo ritratto dalla nostra buona fede, e dal nostro sincero e forte attaccamento a quei principi santi, che sono divenuti fatali per la perversità degli uomini. Quando l onore lo voglia, e quando lo voglia un vero bisogno della Patria, l'uomo che è uomo deve sacrificarsi e morire; ma farlo da ciechi, e guidati da altri ciechi, è cosa temeraria e passa.
Salutate caramente tutti gli amici e dite al nostro caro Aglébert che io gli ho scritto costì, sotto il nome di Augusto.2) Avvertitelo, perchè mi preme molto che la lettera non vada smarrita.
Rispondendomi scrivete su un foglio dove sia il ritrato di Pio IX e riamate sempre di cuore il vostro affimo obbl.mo
Eusebio.
Carissimi,
Anch'io raccomando di non compromettervi per cose particolari, perchè quando il bisogno verrà io sarò in compagnia di Eusebio dei primi. Diteci sempre se abbiamo qualche cosa di buono intorno alle riforme dello Stato nostro. Vi saluto ed abbraccio tutti e saluto tutti gli amici che ancora si ricordano di me. Consideratemi immuta­bile. Vostro
Rubicondo.
Amico Egregio e Carissimo.
Cette 12 Gennaio 1847.
JMi vuole qui una tua lettera dove sia ben espresso il giro di quell'Ebreo infame, che si finse un impiegato di Polizia, per iscagliare contro di me con una lettera cieca la pia nera delle calunnie. Essendo giunta fin qui la voce di quella néfandità, io desidero che sia conosciuto interamente il vero dai pochi buoni che ci sono. U caro e com une amico nostro aw.to Bubani mi ha scritto anch'esso, nella settimana passata* una lettera che manifesta essersi chiaramente conosciuta la verità a mio riguardo, ma in questa lettera non si vede bene la causa che tenne per alcun tempo sospeso sopra di me l'animo, e il giudizio di alcuni miei amici. Dico di alcuni, perchè so che quelli che mi conoscevano pia da vicino avrebbero prima dubitato di loro stessi che dime. Ma non vogliamo ora fare considerazioni intorno
i) Cominciavano allora quei forti contrasti che portarono ad una profonda scissione tra partito d'azione e moderata.
2} Augusto Aglébert, anch'esso cospiratore, ascritto alla Giovine Italia, propu­gnatore fervido dell'Indipendenza e della libertà della patria. Era fratello uterino di Carlo Berti Pi chat, cui voleva un gran bene-. Fu pubblicista e patriota a tutta prova. Bologna gli ha intitolato una via. Oltre 11 molto, a stampa, di lui, che si conosce, vi sono parecchi altri scritti non tutti bene noti. Ed il Museo del Risorgimento di Bologna conserva frammenti mss. delle sue Memorie, oltre molto suo carteggio. La lettera che segue è tratta appunto da tale carteggio.