Rassegna storica del Risorgimento
DUCCO LUDOVICO ; PROCESSI
anno
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1941
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pagina
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6
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Giuseppe Solitro
Sollecitato dall'inquirente (che in quel giorno era il De Menghini) a fornire più ampie spiegazioni sulle cose dette e sulle persone nominate, il Dossi, sempre dettando, ricordava un'adunanza tenutasi in casa Ugoni, presenti Moretti e un Panigada,1) e riferiva per averlo udito dal figlio, che capi del moto rivoluzionario in Brescia erano il Moretti e Filippo Pgoni d'intesa coi caporioni milanesi. Del resto continuava devo dire che i fatti su accennati erano il soggetto dei discorsi della città, poiché pubblicamente dicevasi che la famiglia dei Principe (il Viceré Ranieri) fosse fuggito, che il suo equipaggio fosse partito e ch'egli stesso fosse sulle mosse per abbandonar Milano.
Chiestogli se avesse sentito parlare di un congresso da tenersi in Cremona per deliberare sul modo di cambiare il Governo, rispondeva di non poter ricordarsene. Circa invece le oblazioni fatte da alcuni per favorire la rivoluzione, nominava come offerenti il Confalonieri, il negoziante Ciani, 2) il nobile Visconti di Milano, e a Brescia i fratelli Ugoni, il conte Cigola,3) ed altri di cui in quel momento gli sfuggiva il nome.
Questo lungo costituto, cominciato, come abbiamo detto, alle 9 1/4 terminava alle 3 pom. e si chiudeva con la firma dell'inquisito e quella dei giudici presenti: De Menghini, Francesco Pizzini e G. B. Zandonati.
Evidentemente le deposizioni dell'aw. Dossi non erano che la ripetizione di quelle già fatte dal figlio Antonio; deposizioni che giova al nostro assunto conoscere riassuntivamente:
Anche Antonio Dossi nel suo 1 costituto (16 ottobre 1822) si mantenne negativo; ma nel secondo, saputo che i conti Ducco e Marti-nengo erano pienamente confessi, impressionato nel sentire che la Commissione era informata della presenza del padre suo alla riunione* in casa Ducco, si decise e non resistere più oltre alla forza superiore della verità, e minutamente narrò delle sue relazioni con Filippo Ugoni il quale rappresentava l'anello di congiunzione fra i patrioti milanesi e i bresciani; dei discorsi uditi e fatti con loro, della lettera eccitatrice ai Bresciani, e della speciale tendenza del Moretti ai partiti più arrischiati.
i) Antonio Panigada, impiegato presso l'i. r. Delegazione a Brescia, capitano federato, ruggito a tempo non appena seppe dei primi arresti a Brescia.
2) Giacomo Ciani, ardente patriota, fondatore nel Canton Ticino (a Lugano) della Tipogr. della Svinerà italiana (v. Rinaldo Caddea La tipografia Elvetica di Capolago all'indice dei nomi).
> K conte Alessandro Cigola bresciano, arrestato, processato e condannato a due anni a Lubiana.