Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
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1941
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Leocadiu Dolsi ni
bene della patria al fatto compiuto, sfogavano la loro disillusione nei Circoli e rinfocolavano una corrente repubblicana estremista di fronte a quella moderata monarchica espressione del potere. Costoro ebbero come organo di stampa il Nazionale in opposizione ài Vessillo il giornale ufficiale.
L'avversione del Vessillo ai principi repubblicani fu espressa nel motto Unione, Indipendenza, Libertà, inversione perfetta del trinomio mazziniano, così spiegato nel programma.
Unione, Indipendenza, Libertà, ecco la nostra parola d'ordine che noi coraggiosamente proclamiamo, perchè sentita come un bisogno negli intimi dolori dell'Italia oppressa, discussa come un problema nei pubblici arringhi dell' Italia risorta, propostaci come un'insegna di pace dalla pubblica opinione e ricambiataci come pegno di alleanza da quelli i quali amano più che i propri sistemi l'Italia. Noi ben vedemmo come con questa parola d'ordine chi combatte per la libertà avrebbe conosciuto i veri dai falsi amici per farsi alleati i primi e combattere o riconciliare (se in -buona fede) i secondi. Dall'unione la forza, dalla forza, l1indipendenza, dall'jindipendcnza la libertà', rovesciate quest'ordine e trarrete a ruma la gran macchina sociale, perchè chi reclama la libertà prima di assicurare l'unione precipita nell'anarchia, chi vuol farsi forte per conquistare la libertà prima d'iniziare l'unione deve invocare l'aiuto di chi ha la forza e se la forza non è che straniera l'indipendenza è perduta, quindi aggiogata la libertà.
Con questo atteggiamento decisamente antirepubblicano per cui additò nei mazziniani un partito che per principio indeclinabile aveva tentato e tentava la fortuna d'Italia e biasimò il Mazzini come colui che aveva troppo intelletto per sperare di far trionfare il suo ideale , si allontanò dall'Italia Centrale ancora soggetta al fascino del governo democratico, invece riprese e svolse il dubbio già accennato AalYIndipendenza Italiana sull'eccellenza della forma repubblicana su quella monarchica. Ebbe in questo buon giuoco, perchè, mentre il Regno Sardo per i progressi dell'armata e le numerose adesioni acquistava sempre più credito di stabilità e durata, gli avvenimenti interni di Francia, cioè il colpo del 14 giugno degli estremisti di Louis Blanc contro i moderati di Lamartine che avevano nelle mani l'Assemblea, la rivoluzione popolare della fine giugno e infine la nomina di Luigi Napoleone a rappresentante dell'Assemblea Nazionale, rivelavano la debolezza intrinseca del sistema repubblicano e lasciavano prevedere prossima la ricostruzione della monarchia sotto la dinastìa dei Buonaparte.
Ma più ancora che contro i repubblicani II Vessillo diresse i suoi sforzi ad arginare gli estremisti che infuriavano proclamandosi tutori del popolo, e della promessa di una sovranità popolare si facevano schermo per soddisfare ambizioni settarie o personali. La impossibilità dell'attuazione dei loro principi, esclusa dal Menotti fin dal 13 giugno nel supplemento al primo numero, fu combattuta più aspramente nel n. 9