Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
anno
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1941
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pagina
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24
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v
Leocadia Dalzini
Del resto in questa esclusione della plebe da una attività politica, esclusione determinata in buona parte anche dalle sue gravissime condizioni dì ignoranza, più che un eccesso si deve vedere un desiderio di frenare gli eccessi e di ottenere una più serena e proficua collaborazione tra le classi assegnando a ciascuna la sua legittima porzione d'influenza nella vita sociale.
Non si pensi però che noi vogliamo l'oppressione e rabbrattimento della plebe; noi facciamo semplicemente professione di un principio che reputiamo essenziale alla libertà e alla vita delle Nazioni; cioè che tutte le classi (e ce ne saranno sempre perchè né repubblicani, né socialisti, né comunisti potranno fare del mondo una sola classe) abbiano ad avere il libero esercizio delle facoltà loro distribuite con sspiente precisione dalla natura delle cose, niuna invadendo l'altra, ma tutte contenendosi entro i limiti naturali. Lasciam dunque vivere eusare delle sue forze rarÌ8tocrazia,facciamone nostro prò*; essa metta nella macchina sociale stabilità e conservazione, noi popolo moto e movimento.
Dopo i repubblicani estremisti, i duchisti. Quale fu nel 1848 la reale consistenza di questo partito a Modena? Chi stesse alla stampa periodica contemporanea non si orienterebbe facilmente, perchè, se una voce pressoché concorde lo disse formato dalla totalità, non mancò chi lo ridusse a una scarsa fazione, debole e fiacca. *> Una risposta definitiva si può ricavare dai giornali liberali modenesi, che concordano nelTam-mettere una maggioranza esorbitante di duchisti e, se talvolta tentano di ribattetele accuse degli altri giornali, usano una confutazione troppo debole e scarsa di argomentazioni, perchè la si possa considerare con serietà. Infatti di fronte alle insinuazioni che la soluzione per Francesco V, avesse ottenuto il maggior numero di voti rispondono evasivamente con prove di nessun valore, più di una volta anzi accennano a un misterioso velo che copri ratto solenne della dedizione e portò sfregio al Governo Provvisorio.
Questo prevalere del partito austro-estense è spiegabile se si pensa che nelle città del Ducato l'educazione era sempre stata nelle mani dei Gesuiti, strumenti diretti dell'assolutismo austriaco e che vi era una numerosissima nobiltà che, sempre vissuta di impieghi e di intrighi dì corte, non poteva essere favorevole al nuovo Governo perchè con la partenza del Duca aveva molto se non tutto perduto. Certo che i giornali liberali, in particolar modo II Vessillo furono eccessivi nell'accusare Gesuiti e nobili di tramare piani in favore del Duca, perchè i movimenti dei primi erano stati paralizzati da proscrizioni e da bandi, mentre i secondi, se pur qualche volta soffiavano nel fuoco, nel complesso rimanevano quieti per non inimicarsi il popolo che si trovava in una condizione di superiorità.
*) RIVISTA DI FtttEMfeft nel n. 7 deìV Indipendenza Italiana! N. BIANCHI, op. cit. Il cap. XII, p. 203.