Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1941>   pagina <25>
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I giornali politici modenesi, ecc. 25
Però il guasto maggiore operato dall'estense dominio era nelle campagne per tre motivi; anzitutto per gli agenti comunali e i podestà che, più che rappresentanti del popolo, erano ministri del Duca, poi perchè il clero era stato informato allo spirito di setta sanfedistica e a soffocate ogni sentimento liberale, infine per l'istituzione dei militi fatta da Francesco IV, col fine di avere dei fedeli difensori qualora si fosse ripetuto l'attentato del 1831. Purtroppo le due prime piaghe perduravano ancora; gli uffici e le cariche comunali infatti erano in mano di quegli stessi che li avevano occupati sotto il Duca e ancora non si era provveduto a reintegrare i comuni soppressi da Francesco IV, o a stabilire la primitiva separazione tra quelli rurali e urbani. Lo spirito austriaco che animava i parroci del contado permaneva e andava inoltre estendendosi nel clero della città che già altre volte aveva dato prova di scarso patriottismo, ma che negli ultimi mesi osteggiava apertamente la causa rivoluzionaria.1) Quanto ai militi estensi il Governo Provvisorio ne aveva trattato il disarmo con trascuranza e con modi brutali, cosicché, oltre alla perdita di molti facili con grave danno delle truppe volontarie, si era inimicato la campagna.
I Duchisti non avversari aperti, ma- passivi, ombrosi e sospettosi di tatto, per lo spirito generoso del Governo Provvisorio poterono con sufficiente libertà attendere alla loro propaganda nelle campagne, allar­mando i contadini, seminando la sfiducia nel partito liberale e tenendo viva la speranza di una restaurazione. Più liberamente seguitarono le loro mene sotto il Governo Piemontese che, rappresentato in Modena dal Conte Ludovico Sauli, appartenente al partito conservatore, mancò di quell'azione energica e decisa che avrebbe richiesto la situazione. Sul principio di luglio infatti, vedendo che le cose si mettevano bene per l'Austria, acquistarono maggiore ardire e uscendo dall'ombra nella quale sino ad allora si erano tenuti coperti, cominciarono a imbarazzare la pub­blica amministrazione; alla metà del mese poi, quando per il passaggio del Principe di Lichtenstein sulla riva destra del Po parve che le avanguar­die austriache muovessero su Modena, provocarono disordini e osarono prepotenze contro i liberali, che a loro volta per supplire al tardo inter­vento del Governo si fecero tutori del pubblico ordine menando di santa ragione il bastone. Furono le famose bastonate ufficiali o semiufficiali 2)
*) 1 Sacerdoti modenesi smentirono la loro avversione alle idee liberali, avversione che realmente fu dal Vessillo un po' esagerata, però non va dimenticato che a Modena proprio dal clero, che pur fa tra gli animatori del moto del 1831 e tanto appoggio diede a quello del 1848, partirono buona parte delle relazioni della polizia ducale contro i patrioti.
2) Questo nome fu dovuto a un manifesto ufficiale dui 19 luglio col quale il Sauli legalizzò tutti t mezzi possibili che fossero stati usati per mantenere la tranquillità . Veri DE VOLO, op< cii,, T, cap. XIX, p. 260.
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