Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
anno
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1941
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pagina
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27
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I giornali politici modenesi, ecc. 2j7
Non si può procedere senza un po' d'arbitrio, senza una legge d'eccezione. Dicono che si esce dal limite impostoci dalla natura del liberalismo, sarà vero; ma frattanto dobbiamo noi stare colle mani alla cintola lasciando che per moderazione si rovini la cansa e non servirci del grande adagio che è giovare alla libertà stessa adoperando nei momenti di necessità un moderato arbitrio? Un po' più. di conoscenza di questi paesi, un po' meno di falso liberalismo, un po' più di retto senso pratico, meno illusioni e infine meno mania (ridicola persino) di opposizione al Governo per solo sistema di regolare opposizione avrebbero fatto prendere alla Camera un partito più saggio e sicuro.
Alla fine di luglio il movimento duchista aveva assunto proporzioni minacciose; erano
parroci, sanfedisti, pubblici ufficiali che creavano ostacoli al bnon andamento della cosa pubblica, preti che cantavano l'Oremus di Francesco V e predicavano sterminio e morte ai liberali, cittadini che insultavano la Guardia Civica e alle bandiere nappi tricolori surrogavano le estensi.
A ottenere contro costoro un definitivo intervento il modenese Giuseppe Campi inviava alla Camera di Torino una Proposta, pubblicata dal Vessillo nel n. 27 del 26 luglio, la quale tra l'altro diceva:
I fatti nostri sono in sì mali termini condotti da essere tratti in perdizione se Voi, Onorevoli Signori, non avvisate subito a efficaci provvidenze. Ma queste provvidenze debbono essere all'altezza delle circostanze e la stessa legalità è un'utopia che può in certi casi tornare funesta. La moderazione dei governanti è sempre in siffatti casi avvisata paura e fiacchezza e guai a quel Governo che non osa mostrarsi forte e risoluto. A mali estremi estremi rimedi. Taccia la censura, taccia la stretta legalità, finché il cannone romba da vicino, finché disarmati non sieno i nostri nemici interni.
Lo stesso consiglio di agire anche fuori della legge Cesare Rovigli nel n. 19 del 17 luglio aveva rivolto riguardo ai nemici interni di minore importanza, a coloro cioè che rivestendosi ora di questo, ora di quel colore, favorivano l'Austria sperando con la restaurazione di riparare a vanità offese o di soddisfare la sete di impieghi e di cariche. Questo bando alla moderazione rivolto da un giornale che faceva professione di fede moderata,1' rende impossibile porre in dubbio la esistenza a Modena di una corrente reaziouaria-conservatriceassolutista, che riprendeva forza favorita dalla inazione dei Governi e anche dalla minima resistenza che incontrava nel partito liberale divenuto scarso e fiacco, sia perchè dopo la caduta del Governo Provvisorio molti di e oloro che più avevano appoggiata la rivoluzione erano usciti dalla città o si erano ritirati a vita privata, sia perchè il primo entusiasmo e edeva posto a freddezza e malcontento per il prolungarsi della guerra che portava una crisi nel commercio e nelle industrie. Nell'Italia Centrale
M Vedi ii. 7 del 27 giugno.