Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1941>   pagina <28>
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Leocadia Dalzini
infatti e nell'Indipendenza Italiana che rispecchiano i due primi mesi di libertà si sente che, se anche la purezza della prima idea comin­cia un poco ad offuscarsi, è ancor vivo il piacere e il fanatismo della liberazione, invece l'ambiente in cui visse il Vessillo fu, se non di osti­lità, di indifferenza. Dopo prove tanto belle i Modenesi stagnavano nell inerzia e invece di agire si perdevano in vane discussioni; alcuni, stanchi della guerra, mostravano che volentieri avrebbero aderito alle proposte di pace dell'Austria, altri troppo fiduciosi s'illudevano sulle forze nemiche e non consideravano il pericolo con serietà; invano il giornale si sforzava di scuoterli ora blandendo alle loro virtù, ora stimolando il loro orgoglio, talvolta mettendoli in guardia contro i raggiri del Gabinetto tedesco, tal'altra togliendo loro ogni illusione e presentando il pericolo senza attenuare le difficoltà che ancora li atten­devano. Questo complesso di cause esterne e interne contribuì certamente moltissimo allo scarso progresso che l'idea liberale ottenne nel 1848 nei Ducati, però non bisogna dimenticare che se anche la guerra avesse avuto un esito favorevole e governi più. energici fossero riusciti a stroncare lo spirito reazionario, difficilmente essa avrebbe potuto conseguire uno sviluppo maggiore di quello che in realtà ebbe, perchè i Modenesi per le condizioni geografiche, storiche e politiche del loro paese non avevano mai posseduto una nazionalità neppure militare, ma, sempre soggetti a diversi padroni e privi di un'idea dello straniero netta e inconfondibile, pochi tra essi erano animati da un odio spiccato contro l'Austriaco. H Vessillo Italiano completa, corregge o illumina più chiaramente la prima visione che della vita e del pensiero modenese nel periodo liberale del 1848 avevano offerto L'Italia Centrale e L'Indipendenza Ita­liana, Vecchi problemi vengono ripresi e sono trattati con maggior serietà e ponderatezza, perchè l'entusiasmo inesperto dei primi giorni si è temprato attraverso le dure vicende e le responsabilità di una libera vita. La possibilità ad esempio di rendere la Guardia Nazionale in caso di guerra tutta mobile, possibilità che nei primi mesi dovette allettare l'orgoglio modenese, quando una riorganizzazione della Civica si rese necessaria venne esaminata lasciando da parte ogni legittima ambizione. ** Si scopri allora che l'oppressione tirannica, l'educazione gesuitica e l'ozio troppo avevano debilitati gli animi e i corpi sicché
0 L'ordinamento della Guardia cittadina, per la cui organizzazione fu eletto dal Municipio il 19 giugno una Commissione, tra i cui membri Achille Menotti e Giovanni Sabbatini, non dovette essere dei più perfetti, ma nei Modenesi lo zelo di apportarvi miglioramenti forse fu eccessivo, tanto cheli Pacchioni nel n. 12 dell' Indipendenza Italiana rimproverò la mania di regolare la Civica* Dei molteplici consigli e suggerì; menti restano traccio ai numeri 2, 8, 11. 12,15, 25 dell'fiaba Centrale e 2 del Vessillo.