Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1941>   pagina <29>
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I giornali politici modenesi, ecc. 29
al massimo se ne doveva rendere mobile soltanto una parte dalla quale inoltre bisognava escludere le truppe volontarie. I volontari modenesi e reggiani posti sotto il comando diretto del maggior Ludovico Fontana giovane audace, ma senza alcuna perizia militare e col 14 aprile sotto la direzione suprema del -generale Durando, scarsi di numero e costi­tuiti da un accozzamento di uomini diversi tra i quali persone indegne, sventate e prive di mestiere, male equipaggiati e insufficientemente armati più per la trascuranza del Governo che per la reale mancanza di denaro, *) diedero qualche prova di valore soltanto negli scontri del 23 e 24 aprile di Gastellaro, Castelbelforte e Governolo, scontri di importanza puramente locale ed esageratamente lodati dai giornali modenesi, ma non portarono nessun serio contributo alla guerra. Non dopo Governolo, come affermò il Bianchi, 2) ma fin dai primi giorni si ' manifestarono tra essi i sintomi della indisciplina, dato che una lettera di un volontario modenese datata da S. Benedetto il 17 aprile e ripor­tata al n. 8 dell*Indipendenza Italiana parla già del disordine che regnava tra essi, dell'incapacità, dell'alterigia, della poltroneria dei capi. L'indisciplina dovette fare rapidi progressi se il Bosellini nel n. 12 del 3 maggio deW Indipendenza Italiana avanzò la proposta di incorporare i Corpi Franchi e Civici mobilizzati all'esercito e il 25 nel n. 21 deWItaKa Centrale insistette sulla necessità di costringerli al comando diretto di un generale dell'esercito regolare. Tuttavia il comprensibile orgoglio di una milizia cittadina era ancora troppo fresco per lasciare riconoscere il difetto come intrinseco alla sua costi­tuzione e si preferiva attribuirlo a cause esterne; soltanto più tardi la ribellione del Fontana, le prove non troppo splendide e anzi qualche volta biasimevoli offerte dai Corpi Franchi, 3) il confronto con le truppe regolari che avevano dato dimostrazioni molto migliori di disciplina e di coraggio, persuasero che le milizie volontarie non solo non erano d'aiuto, ma costituivano un inciampo al libero svolgimento dell'azione militare. A questa amara conclusione giunse Francesco Manfredini attraverso l'esperienza spesso dolorosa formata in quattro mesi passati al campo e l'espresse in una lettera diretta alla Commis­sione della Guardia Nazionale e pubblicata dal Vessillo nel n. 17 del 13 luglio. Non bisogna contare sui Corpi Franchi che per essersi dati spontaneamente facilmente riescono esigenti e intolleranti
i) Furono non più di 1600. pòi si ridussero a 700. Vedi N. BIANCHI, op* et/., I, cap. VII, pp. 280-85.
2) N. BIANCHI, op. ci*., I, cap. VII, p. 298.
3) B. DE VOLO, op. f., I, cap. XIX, p. 255.