Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1941>   pagina <33>
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I giornali politici modenesi, ecc. 33
perchè, mettendolo a riscontro col programma col quale un mese dopo il giornale usci, si può dedurre il cambiamento da istituto sociale a polìtico clie in questo spazio di tempo dovette operarsi nel Circolo. L'istruzione del popolo infatti da cui la redazione si dichiarò mossa non fa sufficiente a velare lo scopo settario repubblicano simboleggiato nelle parole Libertà, Indipendenza, Unità scritte sotto il titolo e cosi spiegate:
Prendendo a divisa la libertà, l'indipendenza e l'unità mostriamo portar ferma credenza che questa sia la triade morale, il triangolo su cui deve poggiare 1 grande edificio dell'italiana nazionalità. Il sentimento naturale della libertà compresso tra i ceppi della tirannide genera il desiderio dell'indipendenza senza della quale quel senti­mento resterebbe a cruccio delle anime senza attuazione esteriore. Per ottenere la indipendenza è necessaria la forza, perchè senza la forza non si scuote il giogo della oppressione organizzata e la forza componendosi delle singole facoltà dell'individuo é necessario riunirle assieme con un legame potente il che forma l'unità cioè il popolo. I grandi avvenimenti di cui siamo testimoni i quali tendono a cambiare l'aspetto dell'umana società sono stati nient'altro che il prodotto di questi tre principi come la rivoluzione fu il mezzo pel quale trionfarono.
Questa teorica professione di fede repubblicana trovò nello stesso numero una conferma nelle parole con le quali Teobaldo Malagoli biasimò l'amministrazione politica esterna del cessato governo.
I Governi Provvisori avrebbero dovuto riunirsi e fondersi in un solo governo centrale per avviarsi all'unità e Modena avrebbe dovuto prendere l'iniziativa; invece Modena si smarrì, cercò un potere cui appoggiarsi, non vide che suo interesse vitale era la fusione delle sue idee e delle sue forze con quelle dei Governi fratelli, non isperò nella potenza e nella grandezza di un popolo che volle e che vuole e corse affannosa e supplichevole a legarsi a un JRe. Noi dichiariamo che la nostra incorporazione agli Stati Sardi è un fatto pienamente italiano e progressivo ed è anche un invianiento alla convergenza, all'unità, alla forza, ma protestiamo che, poiché la nostra incruenta insurrezione è stata conseguenza dell'insurrezione lombarda, come tutti i nostri iute-resa coincidono con quelli lombardi, come le precipue nostre memorie si legano a quelle lombarde, noi protestiamo che il voto della nostra incorporazione dovea pre­sentarsi non prima, né separatamente, ma simultaneamente e unitamente al lombardo e conseguentemente identiche doveano proporsi le condizioni, identiche le guarentìgie nell'intervallo di transizione.
Ci proclamiamo fratelli e per primi ci allontaniamo sdegnosi dai lombardi! Spet­tacolo triste e ridicolo ad un tempo all'Italia e all'Europa la quale ci sprezzerà nella nostra goffaggine e ci sogghignerà nelle nostre iattanze di eroismo, di disinteresse, di liberalismo. Per buona fortuna Modena non eserciterà la più lieve influenza sugli alti destini d'Italia e per quanto di madornali ne facciamo avremo sempre chi correggerà i nostri spropositi.
Questa postuma critica del fatto già compiuto, questo incensar la repubblica negli stessi giorni in cui al Parlamento Sardo si sta discu­tendo un progetto per la incorporazione degli ex Ducati al Regno
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