Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1941>   pagina <34>
immagine non disponibile

34
Le.ocailia Dalzini
Subalpino, ha un sapore schiettamente sovversivo che non verrà smentito dal giornale durante tutte le sue pubblicazioni. I redattori infatti, Giuseppe Andrea Cannonieri e Enrico Soragni e ancor più i compilatori, il fisico Teobaldo Malagoli, il dott. Giustiniano Grosoli e Adriano Conti, tutti mazziniani convinti, furono rappresentanti di quell'elemento avanzato contrario al legittimo potere, elemento che, quando con la fusione col Piemonte, ogni possibilità di repubblica fu definitivamente superata, prese un'impronta ultraliberale e non fece che continuare e concludere quell'azione repubblicana che durante il Governo Provvisorio si era espressa in una fioritura copiosissima di manifesti privatamente diffusi per la città e aveva trovato una opposizione nella corrente moderata monarchica che attraverso L'Italia Centrale e L'Indipen­denza Italiana si continuava nel Vessillo.*) Ebbene il Nazionale negò ogni valore alla stampa periodica modenese del governo cessato e del nuovo, come a quella che non era neppure riuscita a creare un giornale in cui fosse lecito manifestare liberi pensieri e rispettose rifles­sioni sulle cose e sui bisogni del paese la tacciò cortigiana e adulatrice, la biasimò per la sua vergognosa pusillanimità; da onesti suoi difetti disse essere dipesa la caduta del Provvisorio e al Vessillo, che nel n. 4 aveva sostenuto l'opera benefica di censura compiuta dall'Indipendenza Italiana e dall' Italia Centrale a prò9 del cessato Governo, nel n. 2 del 23 gnigno cosi rispose:
Le loro istanze furono poche volte replicate; esse erano tutt'altro che la franca espressione dei diritti del popolo, si riducevano a una lontana e fievole voce che voleva e non voleva essere ascoltata, motivo per cui i componenti del governo si illusero e camminarono per una via falsa, dalla quale un giornalismo meno meticoloso e più penetrato della propria missione avrebbe potuto ritrarli.
Il sacro rispetto che il giornale professò per la libertà di stampa, x suoi continui lamenti per essere stata ristretta a un dispotico monopolio governativo, querimonia insulsa e ridicola per chi abbia seguito l'esuberante espandersi del giornalismo liberale, la taccia di retrogrado e assurdo al decreto del Provvisorio del 9 aprile non furono che una via per pre­parare con l'apologia agli scritti sovversivi del Contila propria difesa. 2>
) Di questi manifesti privati che in seguito a decreto del 1 aprile furono stampati in carta colorata per distinguerli da quelli governativi in carta bianca no rimangono alcuni presso il Musnn Civico del Risorgimento di Modena, Gridario, voi. XXIV.
2) Nel n. 2 attaccando la relazione del n. 4 del Vessillo sugli avvenimenti del 18-19 giugno sostenne che essendo stato con l'arresto del Conti invaso il diritto di libertà di stampa, lo violenza usata dal popolo contro il governo risultava legittima; nel n. 8 poi pubblico Fautogiuslificazione del Conti.