Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
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1941
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Leocadia D alzi ni
al confronto degli altri giornali accanto ai quali visse, ma la sua voce sincera di ammonimento, di conforto di speranza fu benefica nell'ora della vittoria non meno che in quella della sfiducia e del dubbio.
LA BONISSIMÀ, Giornale del Popolo. Questo giornale che rinnovò nel titolo il nome della statua tanto cara al cuore del popolo modenese2* fu edito il 23 aprile dalla tipografia dei fratelli Antonio e Angelo Cappelli, in formato piccolo su due colonne. Uscì regolarmente ogni venerdì e continuò le sue pubblicazioni per ben tre mesi dopo il ritorno dei Duca; infatti gli ultimi numeri dal 21 al 26 datati tra il 18 e il 30 settembre furono editi tra il 3 ottobre e il 18 novembre; fu stampato anche un 27 numero del quale però fu impedita la pubblicazione. I primi quattro furono in carta cerulea di colore piuttosto forte, che nei due seguenti divenne meno càrica di tinta per trasformarsi col settimo in bianca.3'
Fu il prodotto di quel programma sociale che negli altri stati già da qualche anno era oggetto di trattazione e si propose di recare sollievo morale e materiale alle classi povere che in seguito alle spese sostenute per la guerra, alla diminuzione della mano d'opera, all'arresto del commercio, si trovavano in una condizione di estrema miseria alla quale invano il governo cercava di riparare con provvide istituzioni come Gasse di Risparmio, Asili Infantili, Monti di Pietà, Gasse di Mutuo Soccorso. Il merito della sua pubblicazione spetta principalmente al prof. Antonio Peretti, *)
') Notevoli in questo giornale sono: a) una serie di articoli dal n. 12 al 24 tolti in buona parte dalle Memorie di Francesco Garofalo, nei quali le angherie dell'amministrazione di Gerolamo Riccini sono rappresentate in modo alquanto artificioso per bocca stessa delle vittime; 6) dei fogliettini uniti al giornale dal n. 39 in poi contenenti la descrizione topografica dei luoghi più interessanti del teatro della guerra e coi quali la direzione intendeva formare una specie di dizionario Geografico per facilitare la conoscenza delle operazioni militari; e) alcuni articoli di storia retrospettiva nei quali il Pini rivelò le glorie passate per ridestare il sopito entusiasmo.
2) Tra le molte interpretazioni sull'origine di questa statua che sta infitta all'angolo del palazzo comunale sulla via Castellalo, la più attendibile è quella che sia etata innalzata in memoria di una donna modenese chiamata Bona, per antonomasia poi detta Bonissimà, la quale in tempo di carestia avrebbe con molto denaro soccorso i suoi concittadini.
Per schiarimenti sulle vicende storiche della Bonissimà vedi CARLO MALMUSI nella Strenna Modenese dall'anno 1844 o G. SABBATINI, in Tradizione Italiana, opera diretta da A. Brofferio, Torino, 1847, I, pp. 653-65.
3) Pei primi sei numeri furono tirati pochissimi esemplari in carta bianca e in formato un poco maggiore che si conservano presso il Regio Archivio di Stato di Modena in Donazione Malmusi .
) A. PEBETTI (Coatelnnovo Monti di Reggio E. 1815-Ivrea 1858). Dal 1840 al 1848 occupò l'ufficio di poeto di corte presso gli Estensi, ma scoppiata Io rivoluzione del marzo aderì apertamente al partito liberale, onde il Duca al suo ritorno lo licenzio