Rassegna storica del Risorgimento
MODENA ; GIORNALISMO
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1941
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40
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40
Lvocadia Dalzini
ai principi. L'adulazione è sempre viltà: minò i grandi, rumerebbe anche i piccoli. Né voglio tampoco che mi si accusi di rubare all'onesto artigiano il quattrino colle magre mie filastrocche. Non intendo di faro un'associazione in regola, ne di obbligare nessuno a comprare tutti i numeri di questo giornale. Siccome non voglio obblighi per me, cosi non pretendo di adossarne agli altri. Quanto a me pubblicherò ora un numero ed ora un altro di questo foglio, quando avrò materia che basti per empire quattro pagine o quando mi crederò in debito di parlare... ohi non dubitate che per essere donna io meni troppo la lingua... Con queste massime noi ce l'intenderemo da buoni amici, intanto non vo' abusarmi del vostro tempo e vi lascio. Buongiorno e buoni affari 1 Addio.
La linea di redazione fa rigorosamente divisa in tre parti delle quali la prima venne riservata alla Morale, la seconda alla Politica, la terza alle Cose del Paese. La parte morale è molto interessante; in essa La Bonissima si valse principalmente di narrazioni immaginarie alquanto convenzionali, ma di un realismo e di un candore tutto particolare che pubblicò sotto il titolo Scene della vita del povero perchè erano veri e propri quadretti nei quali l'artigiano, il colono e in generale l'uomo del popolo poteva vedere come in uno specchio riflessi i casi propri, gioie e dolori, vizi e virtù. Questa rassegna delle miserie del povero ebbe il duplice scopo di destare nel popolo l'orrore pel vizio, principalmente per quello del vino e del giuoco del lotto, che venne rap-presentato sotto le forme più ripugnanti e di eccitare l'amore della virtù vista sotto gli aspetti più suggestivi e nello stesso tempo più allettanti affinchè il popolano, oltre a rimanerne edificato, fosse tratto ad imitarla in conseguenza dell'utile che ne avrebbe ricavato. Essa inoltre mirò a sv egliare nei ricchi la pietà pei poveretti e il desiderio della beneficenza.
E se il ricco degnerà di un'occhiata queste colonne vedrà aperte delle piaghe ch'egli potrebbe rimarginare o coi mezzi di cui la Provvidenza lo fece depositario o con savi consigli che tante volte valgono prò dell'oro.
Tra gli insegnamenti sempre vari non mancano favole di sapore schiettamente esopiano e neppure massime evangeliche; giornale morale e ricreativo nella Bonissima la realtà è intrecciata alla fantasia, il precetto allo scherzo, e le parole dell'insegnante, sempre dettate da un senso pratico della vita, si confondono con quelle della massaia che dà alle compagne consigli di economia domestica, della mamma che insegna ad allevare i bambini senza lasciarsi commuovere dal loro pianto, del dottore che invita la gente che da tanti anni soffre in un letto a vincere la paura di farsi visitare dal medico e la dannosa ripugnanza per l'ospedale.
Compiuta questa prima fatica e fatto del popolo un elemento moralmente sano e necessario nell'ingranaggio della società La Bonissima stimò suo dovere dargliqualche nozione politica specialmente di quelle che riguardavano da vicino il paese natio e le sue sorti future. Senza