Rassegna storica del Risorgimento

MODENA ; GIORNALISMO
anno <1941>   pagina <44>
immagine non disponibile

44
Leocadia Dalzini
faticoso e più duro che mai nel Ducato Estense. Esso non solo contribuì ad alimentare una volontà rivoluzionaria, ma suscitatore di un sentimento austero del dovere, rafforzò la disciplina morale e religiosa. Persuaso della sacra missione della libera stampa, mai palestra di ambizioni perso­nali e per lo più indipendente da qualsiasi legame di partito, assecondò quasi sempre l'opera del governo, preparò e diresse l'opinione pubblica, e, se pur diede una parte notevole, forse anzi la maggiore, agli interessi regionali e ai contrasti locali, cominciò a guardare più lontano e allar­gando via via il suo raggio d'azione, ad aspirare a una funzione nazionale. Incomposto qualche volta e indisciplinato peccò soprattutto di verbosità, tuttavia fa sempre facile, franco, aperto; qualche volta un po' pettegolo e dispettoso, arguto, umorista non mai volgare, sembra Io specchio dell'indole della popolazione. Esso viene a integrare e a chia­rire in modo evidente molti punti che anche nelle opere maggiori intorno al Ducato Estense, nel Bianchi cioè e nel De Volo, non sono abbastanza lucidamente espressi. Per quanto riguarda più strettamente il pensiero politico si possono rilevare con assoluta chiarezza le seguenti tendenze:
1) Duchisti.
2) Liberali moderati, indipendentisti, municipali, favorevoli cioè a riforme e anche alla costituzione piuttosto che propensi alla fusione del Ducato in uno Stato Italiano.
3) Fusionisti, decisi per l'unione al Piemonte e la formazione di un Regno d'Alta Italia.
4) Repubblicani nei quali si comincia a determinare una scissione tra quelli strettamente mazziniani e quelli democratici indipendentisti riuniti attorno alla famiglia dei Fabrizi.
5) Gruppi incerti ondeggianti fra l'autonomia e l'unione a un qualunque stato confinante.
Queste varie tendenze, anche la duchista profondamente catto­lica, grazie ad un sentimento più alto dell'ambizione di partito sem­brano conciliarsi nel voto del bene della patria e nella speranza di giorni migliori. Cosi dai giornali modenesi, nei quali accanto ai campioni della morente idea mazziniana, quali Giuseppe Cannonieri ed Enrico Sora-gni, si affermarono uomini come Giovanni Sabbatini, Ludovico Bosel-lini, Francesco e Luigi Carbonieri, Luigi Zini, tutti destinati a una più alta funzione politica nell'ulteriore processo del risorgimento, esce una voce che è di ammonimento e di conforto dell'umanità, cioè e dell'accordo di tutte le opinioni, anche delle più disparate, di fronte ai supremi interessi della nazione.
LEOCADIA DALZINI