Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO ; STATO PONTIFICIO
anno <1941>   pagina <52>
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Paolo Dalla Torre
Segretario di Stato, composta di Monsignor Consalvi Ercole come Assessore delle Armi, del Tenente Generale Principe Colonna Don Filippo, del Tenente Colonnello Colli Francesco dello Stato Maggiore generale, dei T. Colonnelli Alassimo Marcliese Don Camillo, Patrizi Montoro Marchese Don Giovanni ambedue della Guardia Civica Romana e del Marchese Ercolani, 0 con amplissime facoltà. La Congregazione pose mano subito all'opera: ordinò che tutte le Opere di difesa delle Fortezze e Piazzeforti dello Stato fossero migliorate ed ampliate. Promosse di grado molti ufficiali di provata istruzione per avere buoni ed abili Capi di Corpo. Per il comando poi del Corpo di Operazione, Pio VI si rivolse all' Imperatore d'Austria per avere un Generale di espe­rienza in cose di guerra. Infatti l'Imperatore gli inviò il Generale Barone Colli, il quale assunse il comando del Corpo il 22 Gennaro 1797, con il Generale Bartolini ed alcuni ufficiali di Stato Maggiore. A vie meglio poi disporre di tutte le truppe di Linea e spe­cialmente di quelle residenti in Roma, Pio VI nel Settembre 1796 già aveva istituito nella Capitale la Guardia Civica. Il reclutamento e l'armamento si eseguivano con immensa attività, contribuendovi a gara e con indicibil lode i seguenti signori e Citta­dini Romani. Il Principe Colonna donando al S. Padre un Reggimento di fanteria e due battaglioni di 14 compagnie, due delle quali di Granatieri ed un altro di Cavalleria, armati ed equipaggiati a tutte sue spese, con più 12 pezzi di Artiglieria. Il Marchese Torlonia Giovanni imo Squadrone di Cavalleria di 80 uomini. Il Marchese Massimo Don Camillo 56 uomini di fanteria armati ed equipaggiati con tre cannoni. I Principi Barberini e Giustiniani 37 nomini ognuno di Cavalleria con armi e cavallo. Il Principe Chigi 26 uomini armati e cavallo, egualmente 56 uomini il Duca Cesarmi. Il Conte Car­radori 120 Cacciatori a piedi equipaggiati ed armari. Il Banchiere Acquaroni forni di suo peculio armi ed uniformi per 30 uomini di fanteria. I Conti Giraud armi, cavalli e 30 nomini. I fratelli Bischi offrirono non solo scudi 30 mensili durante l'organizza­zione, ma anche le loro persone come Volontari a cavallo, con altri sei nomini pure a cavallo, e cosi si dica di molti altri che si tassarono a contribuzioni mensili. Tutti i Cittadini Romani, poi, invitati dal Cardinale Segretario di Stato, corrisposero con immensa generosità una larga contribuzione, per gli armamenti, la quale raggiunse la bella somma di scudi 323.000 subito e 131.000 annui, pari a L. 1.736.125 subito e L. 704.125 annue. Con sì generosi e splendidi aiuti, nel Gennaro 1797, il Corpo di Ope­razione era giunto alla complessiva forza disponibile di diecimila nomini circa con pia Batterie di Artiglieria, e le truppe che lo componevano di mano in mano erano inviate nelle Marche e Romagne, fin dove giungeva l'Esercito nemico.
H Generale Bonaparte ordinò al Generale Victor2) che con le truppe sotto i suoi ordini guidate dai Generali Saughet, Rusca e Sgambclli si avanzasse subito contro i Pontificii, infatti il 1 Fèbraro 1797 le truppe del Victor già occupavano Imola, Un piccolo Corpo avanzato dei Pontificii comandato dal Colonnello Barone Ancajoni di opra i 1500 uomini con 500 cavalli e con 14 pezzi di Artiglieria da campo aveva preso posizione difensiva sulla destra sponda del fiume Senio presso Faenza, formandovi un campo trincerato con buona arte militare e guarnendolo delle dette Artiglierie. Scorre il Senio, cadendo dagli Appennini a fronte della città dì Faenza e va a metter foce sulla destra del Po al punto chiamato Po Primaro. Il ponte sul fiume era stato scelto dal comandante Pontificio per base principale di difesa, costruendovi sopra e nel basso dei ridotti, e quattro cannoni assicuravano il ponte stesso, che quasi direttamente
') Poi Monsignor tesoriere (Ministro delle Finanze) e quindi Cardinale.
2) Poi Maresciallo di Francia, quindi duca di Belluno, morto a Parigi ili0marzo 1841.