Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO ; STATO PONTIFICIO
anno <1941>   pagina <53>
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Materiali psr una storia dell'esercito pontificio 53
guarda la vìa dì Faenza, Il Capitano Lopez Carlo diriggeva i pezzi sul Ponte. Sulla sinistra del ponte era stato praticato uu fosso che al suo margine aveva un alto ciglione di terra verso il fiume per coprile.ì difensori e perchè- questi potessero trarre con più efficacia sul nemico. La cavalleria era piazzata in dietro dei ridotti, pronta a caricare di là dal ponte, o in ogni caso a proteggere e coprire una ritirata. Il 2 Febraro Victor, da Castel Bolognese ove già era, con seimila uomini circa, giungeva a poca distanza dai Pontifici e [faceva avanzare in] forte ricognizione un Reggimento di cavalleria coman­dato da Junot, '' che l'ordinava in battaglia sulla sinistra della via prossima al ponte, fuori del tiro delle artiglierie pontificie, mentre il Colonnello Robillard si spingeva innanzi fino al fiume con un forte distaccamento di fanteria spiegato in bersaglio. Il nemico ricevuto da un fuoco ben diretto si arrestò e quindi piegò non resistendo ad un fuoco tanto vivo; ma poi rianimati i Francesi dai loro capi, si riordinarono e tornarono a marciare in avanti, e gittatisi nel fiume lo passarono a guado, sotto il vivissimo fuoco dei pontificii. Victor vedendo piegare i suoi fece avanzare due forti colonne d'assalto sotto gli ordini dei Generali Lannes 2) eFioralIa, e a destra e a sinistra assalì la posizione. I pontifici non resistendo a sì forte urto, furono costretti ad abbandonare il posto ripie­gando sul grosso del loro corpo, protetti dalle artiglierie che superbamente dirette dal Capitano Lopez dannegiavano molto il nemico. Ma il Colonnello Ancajani vedendo il progressivo aumentare degli avversari ed il loro movimento girante, [per timore] di di rimanere avviluppato, comandò la ritirata ordinando alla cavalleria di proteggerla. I cavalli però non assuefatti al fuoco, e gli uomini non ancor avvezzi alla guerra, nella maggior parte presi dal panico, disordinatamente si sbandarono, mettendo la confu­sione nella fanteria, che ancora teneva testa. I francesi approfittando della confusione incalzarono i pontificii e li costrinsero a riparare in Faenza con molto disordine. Le perdite dei pontificii furono sensibili, giacché tra morti, feriti e presi furono circa 600 uomini posti fuori di combattimento, colla perdita anche dell'artiglieria. L'intrepido Capitano Lopez, che aveva perduto quasi tutti gli uomini della sua batteria morti o feriti, mal soffrendo di abbandonare i suoi pezzi intatti al nemico, di propria mano l'inchiodò tutti, rimanendo prigioniero di guerra, [fatto segno] agli elogi del Generale Bonaparte. Tra i feriti si notava il Tenente Conte Resta Filippo, che aveva combattuto gloriosamente. Ma 6e gravi erano state le perdite dei soldati della S. Sede, quelle dei francesi non erano state lievi, poiché [ebbero 100 circa] tra morti e feriti. Era morto un capitano e ferito il Colonnello Laoz.3)
Il Colonnello Ancaj ani lasciò subito Faenza retrocedendo verso le Marche per con­giungersi, come fece, col Generale Bartolini ivi stanziato con le sue truppe. Intanto però i francesi si avanzavano rapidamente, ed il 9 eran giunti presso Ancona. Il Generale Bartolini non reputando atta bastantemente la piazza di Ancona ad esser difesa vali­damente, si ritirò col grosso delle sue truppe, lasciando un piccolo presidio nella Citta­della comandato dal Maggiore Mìleto, ed il Maggiore Borosini con mule uomini sulla Montagnola dominante Ancona. Il Borosini ben presta fu assalito da tre forti colonne nemiche e dopo breve combattimento, aoprafatti i pontificii dagli avversari, dovettero cedere le armi. U piccolo presidio della Cittadella, per conseguenza, subì la stessa sorte,
1 Il celebre Junot poi duca di Abrantes, morto a Montbard nel 1813.
2) Poi Maresciallo di Francia, quindi duca di Montanello, morto a Vienna il 31 maggio del 1809 in seguito a ferita mortale riportata alla battaglia d'Essling.
3) H Laoz, poi Generale, passò [in seguito] agli Austriaci, ferito sotto Ancona e rimasto prigioniero dei Francesi, fn fatto {giustiziare] dal generale Pino.