Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO ; STATO PONTIFICIO
anno <1941>   pagina <55>
immagine non disponibile

Materiali per una stona dell'esercito pontificio 55
lai modo le poche truppe pontificie paralizzate e soprafatte dal numeroso avversario rimasero in balia degli imperiali che le assoggettarono al loro comando con là stessa coccarda Pontificia. Il Santo Padre Pio VII contro si sfacciata violazione dei snoi diritti e di quelli della Santa Sede protestò energicamente e fece cambiare immediatamente i colori della sua coccarda, gialla e rossa, con i colori bianco-gialli, che la Guardia Nobile, la Guardia Civica e la Svizzera sull'istante adottarono, contro il volere del Generale Miollis. Incorporate per forza le truppe papali ali* Esercito Francese, dovettero dividere con i Francesi tutte le vicende del dominio napoleonico. Fra gli iiffirfnli ponti­ficii, però, vi furono splendidi attestati ed esempi di inalterabile attaccamento e di fedeltà al Sovrano Pontefice, col rifiutarsi risolutamente a prender servizio col governo usurpatore, tra i quali sono da segnalarsi il Colonnello Conte Bracci che ricusò l'of­fertogli grado di generale ed il Capitano Conte Resta che pur rifiutò il grado di colon­nello, ambedue posti all'arresti e quindi esiliati da Roma; e così si dica di altri "fficifllt che subirono la stessa sorte dei pruni, perchè fermi anche essi al loro giuramento. Quegl'ufficiali poi, che costretti dalla forza seguirono i Francesi, dettero splendide prove di valore e d'intelligenza militare, e basti per tutti citare ad esempio il T. Colonnello Colli Angelo Comandante il Corpo di Artiglieria Pontificia ed il Forte S. Angelo in Roma, promosso poi Colonnello sul campo di battaglia, che pieno di gloria e di onori mori di stenti e fatiche sul finire del 1812, dopo l'infausta campagna di Russia. Nella tanto disastrosa e celebre ritirata dalla Russia, il Colli1) in quell'immenso infortunio coman­dava il gran parco dell'Artiglieria di riserva dell' Esercito d'Italia, e fu egli l'unico e solo ufficiale superiore che riuscì a ricondurre intatte le sue artiglierie senza perdere né un pezzo né un carro. Il 6 Luglio 1809, Pio VII, dagl' invasori fu fatto prigioniero e condotto in Francia.
II (1814-1830)
Nel 1814, al trionfale ritorno nei suoi Stati e nella sua Roma del Gran Pio VII, avvenuto il 24 Maggio, Monsignor Sanseverino, Procommissario delle Armi, aveva già riorganizzata in Roma la Guardia Cittadina, e coadiuvato con molto zelo ed abilità dai tanto fedeli Colonnello Bracci (promosso a Generale di Brigata, quindi a Tenente Generale) e Capitano Resta (promosso a T. Colonnello) pose mano a riorganizzare tutta l'Armata Pontificia nel miglior modo possibile, stante l'estrema ristrettezza del pubblico tesoro e hi mancanza di armi. 2)
Al comando supremo dell'Armata fu scelto il Generale Conte Bracci, ed in quanto agli ufficiali superiori e subalterni furono quasi tutti reduci napoleonici, come un Bar­bieri, un Ben ti voglio, un Bini, un Clcter.un Gabrielli, un Galassi, un Lanci, un Lazzarini, un Marcscotti, un Ruvinetti, e tanti altri. Nella nuova riorganizzazione dell'Armata Informato il corpo politico militare di Gendarmeria che allora si chiamò dei Carabinieri, sa dne Reggimenti, Corpo che mancava totalmente nello Stato Pontificio. Al comando del 1 fu posto il Colonnello Galassi Vincenzo ed al 2 il Colonnello Ruvinetti Giacinto. Col trattato del 1815, per hi somma abilita del Cardinal Consalvi, vennero rese alla Santa Sede le Legazioni, perdute nel 1797 con la pace di Tolentino. Infatti il 15 Luglio 1815 il Generale Barone Stefanini, Governatore civile e militare Austriaco nelle tre
') Questo dotto ufficiale superiore riattivò con lustro la scuola di artiglieria pontificia.
2* L'Imperatore d'A ustriu fece dono n Pio Vii di cavalli, 200 pistole e sciabole per cavalleria, nonché di duemila fucili per fanteria.