Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO ; STATO PONTIFICIO
anno <1941>   pagina <56>
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Paolo Dalla Torre
Legazioni, a nome doli" Imperatore d'Austria, rimise il leggìi timo potere di quelle Provincie ai Legati Pontificii, Cardinal Pacca e Monsignori Giustiniani e Bernetti Nel 1817 essendosi ritirati gl'Austriaci dalla maggior parte delle Legazioni che, non ostante il Trattato suaccennato del 1815, avevano occupato fino allora, il Colonnello Conte Resta Filippo vi marciò con un battaglione del suo Reggimento. U 26 Giu­gno 1818 cessò di vivere in Roma il Tenente Generale Colonna, Principe Don Filippo che si era reso tanto benemerito della Santa Sede. ' *
Nel 1821 vi furono gravi moti rivoluzionari nel Piemonte e nel limitrofo Regno di Napoli, e per consenso vi fu delTefl ervecenza anche nelle Legazioni Pontificie, che venne subito repressa dal risoluto contegno delle truppe ivi stanziate. Il Governo della S. Sede però era sempre in sospetto di una qualche invasione armata dal prossimo Stato Napoletano. Infatti il 13 Febraro giunse avviso alla Segreteria di Stato, che una forte colonna di truppe e faziosi Napoletani aveva rotto il confine, e occupata Terracina, marciava sulla Capitale. Comunicata subito tale notìzia, dalla Segreteria di Stato, al Comando Superiore dell'Armata, il Generale in Capo Bracci ordinò che all' istante tutte le truppe del presidio di Roma, fanteria, cavalleria e artiglieria si ponessero in marcia uscendo la porta S. Giovanni e per la via Appia nuova che conduce ad Albano, andassero a porre il campo a qualche kilometro dalla Capitale ed in posi­zione tale da garantirla, per quanto fosse possibile, da un colpo di mano, lasciando a custodia di Roma la Guardia Civica, chiamata isf antemente sotto le armi.
Prese queste misure militari, e date altre disposizioni per la difesa della Capitale, il Generale Bracci, fece avanzare forti ricognizioni di cavalleria, e ben presto seppe che la notizia era falsa, che tutto era tranquillo in quei luoghi e mai avvenuto alcun sconfino, per ciò tolto il campo le truppe rientravano in Roma. Timori però d'invasioni non erano del tutto infondati, giacché sulla frontiera dal lato del Tronto stava adunato un piccolo corpo armato di faziosi di circa 300 uomini comandati da un tal Circognani, Forli­vese, e da un tal Panella. Il 15 Febraro, infatti, questi faziosi, rotto il confine presso Ascoli del Piceno, si spinsero fino a Ripatransona, spargendo proclami sediziosi, aprendo le carceri e depredando i danari di tutti i comuni per ove passavano. Governava quella provincia Monsignor Zacchia (poi Cardinale), uomo molto energico, il quale pronta­mente fece concentrare in Ascoli circa 600 uomini fra Carabinieri e soldati di Linea e formata una colonna la fece marciare, seguendola egli stesso, contro gl'invasori i quali attaccati vigorosamente dai pontificii, furono battuti e costretti disordina­tamente a ripassare la frontiera.
H 20 Agosto 1823 il glorioso Pio VII cessò di vìvere succedendogli il 28 Settem­bre 1823 nel Trono Leone XII il quale a migliorare l'amministrazione e l'organizzazione della sua armata, soppresse la Congregazione militare sostituendovi un ministero col nome di Presidenza delle Armi* volendo che un Prelato, Chierico di Camera, nella per­sona di Monsignor Ugolini Giuseppe, ne fosse il Presidente, dandogli tre Consiglieri militari con semplice voto consultativo, ma a suo beneplacito il consultarli, e volle altresì che il Generale in capo lo coadiuvasse in tutto, unendovi pure un Consiglio economico per l'amministrazione. Avvenuta il 10 Febraro 1829 anche la morte di Leone XII, fu eletto Papa Pio Vili il 31 Marzo .seguente. Circa a quell'epoca il Tenente
*) A quest'epoca il Reggimento di cavalleria. Dragoni, era comandato da tre nobili patrizi romàni, i tenenti colonnelli, Gabrielli, dei Principi, Don Pompeo, Coman­dante il Reggimento, Laute della Rovere duca don Giulio e Marescotti conte Francesco, capi squadroni.