Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO ; STATO PONTIFICIO
anno <1941>   pagina <57>
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Materiali per una stona dell'esercito pontificio 57
Generale Conte Bracci, comandante supremo dell*Annata Pontificia, a morivo della sua avanzata età e malferma salute chiese di esser collocato a riposo, il che Pio Vili gli accordò promovendolo a Capitan Generale onorarioJ) in attestato sovrano per i ser­vigi resi dal Bracci, colla condizione di tenersi pronto ad ogni suo cenno. [Gli successe] il Colonnello Conte Resta del Corpo di Stato maggiore generale comandante la la Divi­sione Territoriale (Roma), [che divenne] Generale di Brigata. Il 30 Novembre 1830 cessò di vivere anche Pio VIIL
III (1830-1831)
III 2 Febraro 1831 mentre era eletto Papa Gregorio XVI, le Legazioni con parte delle Marche si rivoluzionavano, approfittando dell1 interregno. Le truppe di guarni­gione in quelle provincie, ingannate con nulle pretesti dai faziosi, in buona parte fecero causa comune con i turbolenti, ad eccezione di molti ufficiali e soldati che rimasero fedeli, ma che soprafatti dal numero degli avversari dovettero ritirarsi.
I rivoluzionari costituirono un loro governo in Bologna ed organizzarono una forza armata di circa diecimila uomini, con molti volontari, profughi modenesi 2) e soldati defezionati, nominarono dei Generali, come il Generale Conte Grabinsfci (Polacco dimorante da più anni a Bologna), il quale fu proclamato generale in capo dell'Armata rivoluzionaria, Sercognani e Armandi 3) di Faenza e Olimi di Brescia, tutti già ufficiali superiori nell'Armata napoleonica d" Italia. Il Sercognani poi con circa tremila nomini e qualche cannone da Pesaro s'avanzò sopra Ancona per impadronirsene, operazione che facilmente gli riuscì giacche in quella piazza eravi un tenuisBùno presidio, che dovette cedere alla forza maggiore. Occupata Ancona, il Sercognani prosegui la marcia verso l'Umbria ed alla fine di Febraro giunse a Terni, spingendo suoi avamposti fino a Ponte Felice sul Tevere a poche miglia dalla Capitale, e sui primi di Marzo con mille nomini e due cannoni, da Terni si diresse a Rieti, nella Sabina, con l'intento di farsene padrone. La città di Rieti era presieduta da soli 200 uomini tra Carabinieri e truppa di Linea, sotto gli ordini del T. Colonnello dei Carabinieri Bentivoglio Conte Domenico [della nobile famiglia] di Bologna, uomo di somma energia militare e di una devozione senza limiti al Sovrano Pontefice. Questo distinto ufficiale venne coadiuvato ammi­rabilmente dal zelantissimo Vescovo Monsignore Ferretti Gabriele,4) che col suo dire entusiasmò tanto i cittadini, che armatisi corsero unanimi a difendere lo propria patria dal nemico che si appressava. Infatti la mattina dell'8 Marzo il Sercognani attaccò la città e dall'artiglieria fece battere in breccia le mura di cui in gran parte è recinta Rieti. Ma la tenue guarnigione ed i cittadini abilmente diretti dal prode T. Colonnello Benti­voglio oppósero tale ostinata e disperata resistenza, che dopo ben lungo combattere, il nemico, con la perdita di 40 uomini tra morti e feriti, fu respinto e costretto nella notte a tornarsene malconcio a Terni. La guarnigione ed i cittadini non ebbero a deplorare che un sol morto. Il T. Colonnello Bentivoglio per sì splendida condotta fu promosso a Colonnello.
i) Grado più o meno corrispondente a Maresciallo di Francia.
2) Tra i profughi modenesi eravi, già col grado di ufficiale, Fanti Manfredo [ed il Guidi ni j.
3) Istitutore dei figli di Luigi Bonaparte; Napoleone e Luigi (poi Napoleone ni) i quali militavano con lai fra i rivoltosi.
4} Monsignor Ferretti, cugino di Pio IX, fu poi cardinale, Principe di S. Chiesa.
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